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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Le decisioni della Cop 27 non sono un deciso passo in avanti per la tutela del pianeta

Unico provvedimento di rilievo l’istituzione del fondo perdite e danni per il clima

La Cop 27 di Sharm el Sheikh in Egitto si è conclusa con l’approvazione del documento finale che include la decisione di istituire un fondo per i ristori delle perdite e dei danni dovuti al cambiamento climatico (loss and damage) nei Paesi più vulnerabili, un sistema di primo allarme per gli eventi meteorologici estremi in tutti i Paesi del mondo e l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali.

Il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, chiudendo la Conferenza, ha espresso delusione perché la stessa, non ha affrontato il tema della riduzione delle emissioni inquinanti, che ritiene debbano essere ridotte drasticamente, da subito. Siamo nell’anno che si classifica al sesto posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta, con la temperatura sulla superficie della Terra e degli oceani superiore di 0,87 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. I livelli di gas serra, le ondate di calore estreme e continue, la perdita delle biodiversità, sono apparsi evidenti in tanti rapporti presentati alla Conferenza ed hanno mostrato in modo evidente la dimensione del peggioramento della crisi climatica globale.

Anche l’Unione Europea ha rilevato la mancanza di sostegno al programma per ridurre le emissioni di CO2. Quello che abbiamo davanti non è abbastanza da costruire un passo in avanti per la popolazione del pianeta. Non porta sufficienti sforzi aggiuntivi da parte dei maggiori Paesi inquinatori per un decremento ed una riduzione delle loro emissioni – ha dichiarato il vice-Presidente della Commissione Europea Frans Timmermans.

La Presidente Ursula von der Leyen, ha assicurato che la Commissione Europea manterrà gli obiettivi attraverso, in particolare il Green Deal europeo e RePower Eu (*) perché è essenziale mantenere l’accordo di Parigi. Nel documento finale, si sottolinea l’importanza della transizione alle fonti rinnovabili e si auspica l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, ma è chiesta soltanto la riduzione della produzione elettrica a carbone con emissioni non abbattute, non l’eliminazione e non dice nulla su riduzione o eliminazione dell’uso dei combustibili fossili, come avevano chiesto diversi Paesi.

La COP 27 riconosce che per mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi è necessaria una riduzione delle emissioni del 43% al 2030, rispetto al 2019. Con l’impegno di decarbonizzazione attuali, il taglio di emissioni sarebbe solo dello 0,3% al 2030 rispetto al 2019. Per questo, gli Stati che non hanno ancora aggiornato i loro obiettivi di decarbonizzazione sono invitati a farlo entro il 2023. La Conferenza ritiene che per arrivare a zero emissioni nette nel 2050 sia necessario investire fino al 2030, 4.000 miliardi di dollari all’anno in rinnovabili e altri 4-6.000 miliardi di dollari in economia a basse emissioni. Il documento fa presente, con preoccupazione che non è ancora stato istituito il fondo da 100 miliardi all’anno dal 2020 previsto dall’Accordo di Parigi per aiutare i Paesi meno sviluppati nelle politiche climatiche.

(*) Il Piano Re Power UE ha l’obiettivo di assicurare la diversificazione delle forniture ed accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili.

Le decisioni della Cop 27 non sono un deciso passo in avanti per la tutela del pianeta

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