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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Malaria nel mondo, 228 milioni di casi e 405mila morti l'anno

Con lo slogan "l'azzeramento di casi comincia con me" celebrata la giornata mondiale

Celebrata lo scorso 25 aprile in tutto il mondo la giornata mondiale della malaria, istituita nel 2007 dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con obiettivo la sensibilizzazione all'impegno per il controllo e la prevenzione di una malattia ancora ad alta incidenza globale. Dall'ultimo rapporto dell'OMS sullo stato della malaria nel mondo, secondo i dati aggiornati al 2018, si stimano 228 milioni di casi a livello globale e circa 405.000 decessi l'anno. Il tema di quest'anno è racchiuso nello slogan "Zero malaria: starts with me, l'azzeramento di casi comincia con me" un modo per responsabilizzare ciascuno di noi nella lotta contro questa malattia. L'Africa sub Sahariana continua ad essere la regione del mondo più colpita e da sola conta il 93% dei casi in tutto il mondo (Nigeria, dove è il record di vittime, Congo, Uganda, Costa d'Avorio, Mozambico e Niger). Tra le fasce di popolazione più colpite, al primo posto sono le donne in stato di gravidanza e i bambini.

VACCINO CONTRO LA MALARIA E MISURE DI PREVENZIONE

Dopo decenni di ricerche, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato "Mosquirix", il vaccino contro la malaria e in Malawi, Kenya e Ghana, è avviata la vaccinazione per 360.000 bambini. Si tratta di un momento storico, secondo l'OMS, è la prima volta che parte un programma di vaccinazione pilota contro la malaria.

Anche in Venezuela sono riesplosi casi di malattia, particolarmente per la grave carenza di medicinali. Era stato il primo paese a eradicare la malattia da gran parte del suo territorio, ma nel 2019, l'Agenzia ONU per la salute, ha registrato oltre 320.000 casi. Medici senza frontiere, in collaborazione con il programma nazionale della malaria, segue la lotta al paludismo nel Bolivar, la regione delle miniere d'oro. Il metallo, una volta estratto, viene lavorato in ampie pozze, riempite di acqua stagnante, un habitat ideale per le uova e le larve di zanzare.

Il vaccino, negli studi condotti al termine di una sperimentazione durata circa 3 anni, si è rivelato in grado di ridurre di circa il 40% i contagi in età pediatrica. Sono 4 le dosi vaccinali previste, da somministrare tra i 6 e 17 mesi di vita del bambino. Il Mosquirix, conosciuto anche come RTS,S/AS01 (vaccino ricombinante, adiuvato)  è stato sviluppato dalla Glaxo Smithkline (GSK) in un trial clinico condotto tra il 2011 e 2012 ed ha ricevuto opinione positiva dalle Autorità regolatorie europee per la prevenzione della patologia nei bambini piccoli in Africa sub Sahariana, ma sono in corso studi per ulteriori miglioramenti.

LA MALARIA CONOSCERLA PER PREVENIRLA

La malaria è una malattia provocata da parassiti del genere Pasmodium, del quale 5 sono le specie più diffuse (P. falciparum, P. vivax, P. ovale, P. malariae e P. Knowlesi). La più pericolosa è da P. falciparum, con il più alto tasso di mortalità, ma anche P. Knowlesi può causare una forma grave. I vettori sono zanzare del genere Anopheles, esistono più di 400 specie diverse, ma solo 30 sono importanti per trasmettere il contagio. La sua diffusione attuale si verifica nelle aree tropicali dell'America del Sud, Africa, Asia, USA e altri Paesi industrializzati, a seguito di spostamenti di persone che contraggono la malattia in zone in cui essa è endemica. Alla fine dell'ottocento, in Italia si avevano 15.000 morti all'anno per malaria, soprattutto nel Sud e nelle isole. Nel 1885, a Pavia, il professor Camillo Golgi, insignito del Premio Nobel del 1906, dimostrò l'associazione tra periodicità delle febbri malariche e il ciclo del Plasmodio e nel 1889, mise in evidenza che gli attacchi febbrili si verificavano nel momento in cui gli sporozoiti infettanti rompevano i globuli rossi e si liberavano nel circolo sanguigno.

In Italia, la patologia è stata eradicata (OMS 1970); attualmente la maggior parte dei casi è di importazione (ECDC - Centro Europeo prevenzione e controllo malattie): nel 2016, in Italia, 888 casi quasi tutti associati  a viaggi in aree endemiche). Le forme da P. falciparum sono le più gravi perchè il plasmodio infetta tutti gli eritrociti e provoca parassitemie più alte.
Il decorso classico è un ciclo che prevede oscillazioni termiche, brividi improvvisi, cui fanno seguito irrigidimento e febbre che può superare i 40 gradi. Il ciclo, che non osserva quasi mai intervalli regolari, dura dalle quattro alle sei ore e si ripete ogni due o tre giorni. Oltre alla febbre, altri sintomi sono: epatosplenomegalia, tachicardia e delirio.
Il tempo che va dalla infezione con la puntura di zanzara alla comparsa di segni e sintomi della malaria è detto periodo di incubazione.

P. falciparum 9-14 giorni, P. vivax 12-17 giorni, P. ovale 16-18 giorni, P. malariae 18-40 giorni.
La trasmissione è possibile anche attraverso trasfusioni di sangue (oggi misure di controllo severe), scambio di siringhe infette e transplacentare: la madre trasmette il Plasmodio al figlio durante la gravidanza. La mortalità per malaria grave è maggiore nei bimbi tra i 6 mesi e 3 anni, nelle aree endemiche.

Ciclo della malaria

La forma infettante del Plasmodio è lo sporozoita che è presente all'interno delle ghiandole salivari di zanzare femmine appartenenti al genere Anopheles. Dopo una breve permanenza nel circolo ematico (45 minuti) gli sporozoiti invadono gli epatociti (cellule epatiche) per i quali hanno un tropismo elevato. Ha inizio la prima fase di moltiplicazione asessuata e la formazione di uno schizonte che si rompe e, a seguito della lisi dell'epatocita, riversa in circolo migliaia di merozoiti che vanno ad infettare gli eritrociti.

All'interno degli eritrociti (globuli rossi) comincia un nuovo ciclo di riproduzione asessuata. Il merozoite si muta in trofozoite che successivamente si trasforma in uno schizonte di dimensioni più piccole e contenente in genere fino a 24 merozoiti.
I merozoiti dopo la rottura dello schizonte, determinano la lisi della membrana del globulo rosso infettato e si riversano in circolo, pronti a infettare nuove specie e a incominciare un nuovo ciclo riproduttivo. Tale ciclo dura 48 ore per P. falciparum e ovale, 72 ore per P. malariae.

La diagnosi, oltre che clinica e agli esami bioumorali, si avvale della emoscopia tramite striscio sottile e goccia spessa, con colorazione Giemsa. Il campione dovrebbe essere prelevato dai capillari periferici (puntura su polpastrello o su lobo auricolare, ove i plasmodi tendono a concentrarsi), metodiche immunologiche su siero e di biologia molecolare.

Il trattamento più efficace del P. falciparum è l'artemisina, in combinazione con clorochina o chinina; o chinidina associata a doxiciclina o clindamicina.

Una complicanza grave è la malaria cerebrale (2,4%) una encefalopatia acuta diffusa (mortalità 18%). Il paziente si presenta comatoso, solitamente la parassitemia è alta e si possono avere convulsioni.

Il quadro neurologico più comune nell'adulto è quello della lesione simmetrica del motoneurone superiore. Si può avere rigidità da decerebrazione e opistotono. L'opistotono è uno stato di grave iperestensione e spasticità in cui la testa dell'individuo, il suo collo e la colonna vertebrale entrano in una posizione completamente incurvata o a ponte. Questa postura è un effetto di tipo extrapiramidale, causata da spasmo della muscolatura assiale lungo la colonna vertebrale.

Nella prevenzione della malattia vengono utilizzati principi attivi: chinino, clorochina, meflochina, pirimetamina, primachina, proguanil, alofantrina. Importanti sono la disinfestazione e l'utilizzo di repellenti per zanzare.                       

Malaria nel mondo, 228 milioni di casi e 405mila morti l'anno

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