rotate-mobile
Salute e medicina on line

Salute e medicina on line

A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Nuove varianti, la valutazione del rischio e le misure di controllo raccomandate dal Ministero della Salute

Il Ministero della salute ha aggiornato con una nuova Circolare, le informazioni sulle varianti in circolazione a livello globale, sulla valutazione del rischio e le misure di controllo raccomandate. La più temuta in termini di facilità di diffusione in Europa è quella inglese. Al momento non si hanno ancora indicazioni certe sulla loro eventuale maggiore pericolosità, ma sembra certo che siano più infettive. Le informazioni si basano sulle nuove evidenze scientifiche e le indicazioni pubblicate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC).

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA

-Variante VOC 202012/01 (Variant of Concern), Regno Unito

Emersa nel Sud del Regno Unito e dichiarata emergente nel dicembre 2020, è attualmente la variante predominante nel Regno Unito. Al 25 gennaio scorso 70 Paesi hanno riportato casi importati o trasmissione comunitaria di tale variante.

Nel Regno Unito l'incidenza dei casi di Covid-19 è aumentata dall'inizio di dicembre 2020 fino all'inizio di gennaio 2021; dall'11 al 24 gennaio 2021 è stata osservata una tendenza decrescente a seguito della implementazione di rigorose misure di controllo sanitarie  e di distanziamento sociale. Anche in Danimarca, Irlanda e Paesi Bassi, dove è stata riportata trasmissione comunitaria di questa variante sono state segnalate riduzioni nella incidenza. Questa variante presenta una delezione nel gene S della proteina spike e ha evidenziato una maggiore trasmissibilità rispetto a quelle circolanti in precedenza.

Sono in corso studi per valutare l’efficacia vaccinale. l'effetto di questa variante che sembrerebbe limitatamente ridotta, ma sono necessari ulteriori studi.

- Variante 501Y.V2, Sudafrica

E' stata identificata per la prima volta in Sudafrica nel dicembre 2020 dove, attualmente è la variante più diffusa. Alla data del 25 gennaio 2021 è stata riscontrata in 31 Paesi. Nelle ultime due settimane il trend è decrescente.

Tale variante ha mutazioni multiple nella proteine spike, comprese tre mutazioni all'interno del dominio legante il recettore. Non si conosce l'impatto di questa variante sulla efficacia dei test diagnostici. Dati preliminari indicano che possa essere caratterizzata da maggiore trasmissibilità, mentre, al momento non è chiaro se provoca maggiore gravità della malattia.

Sono in corso studi sulla maggiore frequenza di reinfezioni, in quanto potrebbe sfuggire alla risposta anticorpale neutralizzante.

- Variante P.1, Brasile

E' stata per la prima volta segnalata dal Giappone il 10 gennaio 2021 in quattro viaggiatori in arrivo dal Brasile e successivamente identificata anche in Corea del sud. Alla data del 25 gennaio la variante P.1 è stata segnalata in 8 Paesi, tra cui l'Italia. Il numero complessivo di nuovi contagi settimanali è riportato a livelli più elevati rispetto a settembre 2020 e dall'inizio di novembre sono aumentati i decessi.

Questa variante ha 11 mutazioni della proteina spike, tre delle quali si trovano nel dominio legante il recettore. Non è stato riportato alcun effetto della variante sui test diagnostici e non presenta delezioni nel gene S.

Indagini preliminari condotte in Amazzonia riportano un aumento della percentuale di casi identificati come variante P.1 dal 52% nel dicembre 2020, all'85,4% nel gennaio 2021, evidenziando la trasmissione locale in corso e una potenziale maggiore trasmissibilità o propensione alla reinfezione.

Valutazione del rischio

Secondo l'OMS l'emergenza di nuove varianti sottolinea l'importanza per chiunque compresi coloro che hanno avuto l'infezione o che sono stati vaccinati di aderire rigorosamente alle misure di controllo sanitario e socio-comportamentali.

L'impatto della introduzione e della diffusione in comunità delle varianti di Sars-CoV-2 e in particolare della VOC 202012/01 nei Paesi UE/SEE è ritenuto alto.

Ricerca e Gestione dei contatti

Al fine di limitare la diffusione di nuove varianti la Circolare Ministeriale riporta le indicazioni per implementare le attività di ricerca e gestione dei contatti dei casi Covid -19 sospetti/confermati da variante:

identificare tempestivamente sia i contatti ad alto rischio (contatti stretti) che quelli a basso rischio di esposizione; effettuare la ricerca retrospettiva dei contatti; eseguire un test molecolare ai contatti sia ad alto che a basso rischio, il prima possibile dopo la identificazione e al 14° giorno di quarantena al fine di consentire un ulteriore rintraccio di contatti, considerando la maggiore trasmissibilità delle varianti; non interrompere la quarantena al decimo giorno.

“Preparadness” (azioni) e definizione delle priorità di sequenziamento

L'isolamento virale delle varianti di Sars-CoV-2 deve essere effettuato nei laboratori P3 (livello di biosicurezza) per prevenire la diffusione accidentale di una variante attraverso l'esposizione in laboratorio. La preparadness dei laboratori è una priorità. La selezione dei campioni per una efficace sorveglianza genomica deve essere rappresentativa della popolazione (provenienza geografica e distribuzione per età).

L'ECDC raccomanda di sequenziare almeno 500 campioni, selezionati casualmente ogni settimana, a livello nazionale, con priorità: individui vaccinati contro Sars-CoV-2 che successivamente si infettano, nonostante una risposta immunitaria al vaccino; contesti ad alto rischio, quali ospedali nei quali vengono ricoverati pazienti immunocompromessi positivi a Sars-CoV-2 per lunghi periodi; i casi di reinfezione e individui in arrivo da Paesi con alta incidenza di varianti.

Nuove varianti, la valutazione del rischio e le misure di controllo raccomandate dal Ministero della Salute

IlPiacenza è in caricamento