Nuovo report sui casi di vaiolo delle scimmie
L’Europa epicentro della epidemia ed EMA valuta la estensione del vaccino antivaiolo Imvanex
Sono in crescita i casi di vaiolo delle scimmie. Il Report del 28 giugno censisce 4.178 infezioni, distribuiti in 31 Paesi e aree in Europa, di questi, 159 in Italia. Il numero maggiore di casi è riportato dal Regno Unito con 1.076, seguito da Germania con 838 e Spagna 736.
I dati sono forniti dal Bollettino di Sorveglianza congiunto realizzato dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) e dall’Ufficio Regionale per l’Europa della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che fornisce anche una descrizione epidemiologica dei casi. La maggior parte delle persone colpite ha una età compresa tra 31 e 40 anni e sono maschi nel 99,5% dei casi. Il vaiolo delle scimmie è tuttora presente in forma endemica in Paesi dell’Africa Centrale ed occidentale. La malattia è una zoonosi che può colpire l’uomo attraverso il contatto con animali infetti, in particolare primati e piccoli roditori, mentre il contagio interumano richiede un contatto stretto. L’infezione si presenta con una eruzione cutanea e sintomi sistemici, come: febbre, affaticamento, dolori muscolari, vomito, diarrea, mal di gola e cefalea.
I dati, avverte l’OMS, potrebbero essere sottostimati e riconosce tra le cause che hanno portato ad un aumento della diffusione della epidemia la mancanza di riconoscimento clinico precoce della infezione e la carenza di meccanismi di sorveglianza per una malattia sconosciuta alla maggior parte dei servizi sanitari.
Le indicazioni dell’OMS, non escludono un maggiore impatto sulla salute con una più ampia diffusione nei gruppi vulnerabili; attualmente, il contagio non costituisce una emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale, ma la diffusione di questo focolaio richiede una intensificazione degli sforzi nella risposta e la situazione resta sotto stretto controllo.
L’Agenzia Europea per i medicinali (EMA) ha avviato una revisione dei dati per estendere l’uso del vaccino antivaiolo Imvanex, anche al vaiolo delle scimmie. Al momento, autorizzato nella Unione Europea per la prevenzione del vaiolo negli adulti, il farmaco contiene una forma modificata dal vivo del virus vaccinico Vaccinia Ankara, correlata al virus del vaiolo delle scimmie.
Per la limitata disponibilità in Europa, l’EMA ha raccomandato l’utilizzo dell’analogo americano del prodotto, commercializzato con il nome di Jynneos, che, in USA è stato già autorizzato anche per la prevenzione del vaiolo delle scimmie.
In questa malattia non esiste una infezione asintomatica, dicono gli esperti. La persona infetta può essere contagiosa anche nella breve fase pre-sintomatica, nei giorni immediatamente precedenti a quelli in cui i sintomi saranno evidenti.
Se la malattia è individuata rapidamente, la mortalità è bassa e in genere si risolve da sola in circa due settimane, ma se aggredisce una persona debilitata o con una diagnosi tardiva, può avvenire il decesso per insufficienza multi sistemica d’organo.
ACCERTATE 50 MUTAZIONI DEL VAIOLO DELLE SCIMMIE
Sono state accertate nuove mutazioni del virus del vaiolo delle scimmie; il ceppo trovato nel primo focolaio del maggio 2022 è diverso rispetto a quello che ha causato l’epidemia del 2018-19, così come nella trasmissione tra esseri umani, attualmente in corso. A rivelarlo è una ricerca dell’Istituto Nazionale di Sanità Doutor Ricardo Jorge (Insa) di Lisbona, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Medicine. Gli studiosi, con a capo Joana Isidro, Vitor Borges e Miguel Pinto, hanno effettuato la sequenza genetica del ceppo MPXV, attualmente in circolazione. Il risultato era inaspettato: il ceppo di quest’anno si è differenziato da quello del 2018-19 grazie a 50 mutazioni. Un numero molto elevato e imprevisto - segnalano i Ricercatori - per un virus che appartiene al genere Orthopoxvirus, a DNA, a doppio filamento. Il vaiolo delle scimmie è molto più efficiente nel correggere gli errori di replicazione rispetto ai virus a RNA come HIV, Covid-19, etc. Sono state identificate altre 15 mutazioni nella evoluzione in corso del virus che si sta trasmettendo tra umani. Gli studiosi tengono a specificare che sono necessari ulteriori approfondimenti scientifici, ma i risultati conseguiti sono di molto aiuto nella definizione e identificazione dei meccanismi che governano la mutazione e la trasmissione del virus.