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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Origini evolutive di Sars-Cov-2, tra anomalie e scoperte

Il professor Giorgio Palu': «Ad oggi, non si conosce l'ospite intermedio tra il virus del pipistrello e l'uomo»

“Non sappiamo l'origine del Sars-CoV-2”, ha affermato il professor Giorgio Palù, emerito all'Università di Padova e già Presidente della Società europea di Virologia, in una recente intervista alla stampa. “Centomila genomi sequenziati ci fanno capire esattamente da quando è avvenuto il passaggio da uomo a uomo. E' inconfutabile che il nuovo coronavirus circola almeno da settembre 2019, ma perchè sono sparite le sequenze del virus del pipistrello che si coltivavano a Wuhan? Dovremmo anche chiederci: perché in Cina il virus è sparito? L'attuale virus ha trovato un suo serbatoio naturale nella specie umana. Assomiglia molto al virus del pipistrello e l'ospite intermedio non è mai stato trovato. Sappiamo che per infettare ci vogliono dai 100.000 a 1 milione di genomi equivalenti, vuol dire concentrazioni di acido nucleico tali da essere presenti in almeno 1 milione di particelle virali ".

Da uno studio pubblicato su "Nature Microbiology" di un team della Pennsylvania State University è emerso che il Sars-CoV-2 che causa la Covid-19 si sarebbe discostato dai patogeni dei pipistrelli a lui più strettamente correlati, circa 40-70 anni fa, mentre i pangolini non sarebbero stati gli ospiti intermedi nel passaggio del virus dai pipistrelli all'uomo.

Il lignaggio (ceppo) che ha dato origine a Sars-CoV-2 potrebbe essere circolato nei pipistrelli per decenni. La Comunità scientifica si sta domandando quale sia la sua evoluzione in quanto è risaputo che i coronavirus  si ricombinano continuamente e piccole sottoregioni genomiche del virus possono avere origini diverse.

Durante i numerosi studi sui coronavirus si è individuato il virus del pipistrello RaTg13 come quello più strettamente correlato a Sars -CoV-2, il che ha suggerito che la pandemia di Covid -19 potrebbe aver avuto origine da un pipistrello. Nel frattempo però si è anche scoperto un virus simile al Sars CoV-2 nei pangolini, in particolare quello campionato nel Guangdong (Cina) il Pangolin-2019 e si è ipotizzato che fossero stati degli ospiti intermedi tra i pipistrelli e gli uomini.

Questo nuovo studio guidato dal professor Maciej Boni, ha analizzato la storia evolutiva di Sars-CoV-2 usando i dati genomici sui sarbecovirus (il sottogenere a cui appartiene il coronavirus di Covid-19). I ricercatori hanno impiegato tre approcci diversi con il fine di identificare le regioni del virus che non erano state sottoposte a ricombinazione e che potevano essere utilizzate per ricostruire l'evoluzione del patogeno. Tutti gli approcci suggeriscono che RaTg13 e Sars-CoV-2 condividono un unico lignaggio ancestrale e stimano che il secondo virus si sia differenziato geneticamente dai sarbecovirus di pipistrello rispettivamente nel 1948, 1969 e 1982.

Gli autori hanno anche esaminato il dominio di legame del recettore (Rbd) della proteina Spike che consente al Sars-CoV-2 di utilizzare il recettore Ace2 per entrare nelle cellule umane ed hanno scoperto che detta proteina non ha mostrato tracce della ricombinazione che si verificano tra il lignaggio che porta al Sars - CoV-2 e altri sarbecovirus noti.

Sulla base di questa scoperta, gli autori propongono che questa proteina e il suo dominio di legame del recettore siano un tratto ancestrale del lignaggio che porta a Sars-CoV-2, RaTg13 e Pangolin-2019. Pertanto, gli autori concludono che sebbene Sars-CoV-2 e il virus del pangolino condividano un antenato comune e sebbene i pangolini possano aver avuto un ruolo nella trasmissione all'uomo è improbabile che questo mammifero sia stato un ospite intermedio del nuovo coronavirus.

Origini evolutive di Sars-Cov-2, tra anomalie e scoperte

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