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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Salute mentale, il 10 ottobre ricorre la giornata mondiale

La giornata è indetta per sensibilizzare, conoscere e prevenire  gli effetti negativi dei problemi mentali nel mondo. Rispetto al passato, l'approccio olistico si traduce in uno sguardo su tutto l'uomo, nella sua dimensione fisico-biologica, psichica, sociale, culturale e spirituale

Mercoledì 10 ottobre ricorre la giornata mondiale della salute mentale. Sostenuta dall'ONU (WFMH – World Federation for Mental Health), la giornata è indetta per sensibilizzare, conoscere e prevenire  gli effetti negativi dei problemi mentali nel mondo.

Rispetto al passato, l'approccio olistico si traduce in uno sguardo su tutto l'uomo, nella sua dimensione fisico-biologica, psichica, sociale, culturale e spirituale. Un recentissimo sondaggio  della Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito questa patologia come una aggressione alla serenità  ed all'equilibrio psico-fisico. Riferimenti dal Ministero della Salute, indicano “la salute mentale”  uno stato di benessere emotivo e psicologico, nel  quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive  o emozionali, esercitare  la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze  quotidiane della vita, stabilire relazioni  soddisfacenti  e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.

In Italia sono 700mila i pazienti in cura, circa 800mila i malati di gioco d'azzardo patologico ed i disturbi psichici rappresentano il 30% di tutte le disabilità, che hanno  un impatto pesante  sulla qualità di vita,  con gravi ripercussioni  sul piano personale, affettivo, familiare, socio-relazionale e lavorativo. Le malattie psichiatriche sono curabili, non tutte guaribili, ma possono essere   adottati   interventi efficaci, in grado di ridurre  l'intensità, la durata  dei sintomi e le loro conseguenze e la tendenza a ricorrere  all'uso di psicofarmaci, come soluzione di qualsiasi problema. Il mercato degli psicofarmaci in Italia è in crescita e secondo gli ultimi dati di Federfarma, nel 2016 il consumo di antidepressivi è aumentato dell'1,6% rispetto all'anno precedente e le categorie  più vendute  riguardano:  sedativo-ipnotici (sonniferi) 54,7%,  gli antidepressivi 32,4%, gli  antipsicotici 11,9% e gli  ansiolitici  l'1%.

In Europa, aumenta la diffusione di cannabis e di cocaina e secondo  i dati dell'Osservatorio Europeo delle dipendenze, l'Italia si classifica al terzo  e quarto posto. A preoccupare l'Osservatorio è la maggiore  produzione di sostanze, quindi di disponibilità in tutto il territorio, e un numero più alto di decessi, soprattutto nel Regno Unito. La cannabis resta la sostanza  più consumata in Europa ed anche quella maggiormente sequestrata: in Italia, il 20,7% dei giovani dai 15 ai 34 anni, ne fa consumo. L'uso della  cocaina è molto alto nei giovani britannici, danesi e  olandesi e  secondo il rapporto dell'Agenzia UE, il mercato europeo della cocaina  ha una maggiore disponibilità in diversi paesi, grazie all'aumento di produzione in America Latina. Studiando le acque reflue urbane, le tracce più elevate di cocaina sono state trovate in Belgio, Olanda, Spagna e Regno Unito. Ma, ad aumentare in Europa sono anche i laboratori illeciti che producono ecstasy, che in Italia riguarda il 2,8% della popolazione. L'Agenzia UE segnala inoltre un preoccupante  aumento di decessi correlati alla eroina, in particolare nel Regno Unito ed in Francia.

Sono aumentati i laboratori di produzione di cocaina,  MDMA (il principio attivo dell'ecstasy), metamfetamina  ed eroina. Preoccupante  l'aumento della dipendenza da alcool, soprattutto nei giovani, al sabato sera. Il “binge drinking” è una modalità di assunzione di alcolici che nell'ultimo decennio si è notevolmente diffusa anche in Italia: consiste nel bere oltre 4-5 unità alcoliche in un’unica occasione e in breve tempo, lontano dai pasti, per avvertire gli effetti psicotropi del cosiddetto “sballo”. L'alcol nei giovanissimi  crea danni importanti a livello fisico, neurologico e psichico, rendendoli più vulnerabili  a comportamenti violenti e ad un alto rischio di incidenti.

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