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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

“Salute mentale in un mondo ineguale”, tema della giornata mondiale 2021

Tra le problematiche quelle della pandemia da Covid

Intervento dello psichiatra, dottor Antonio Saginario; Dipartimento Salute Mentale della Azienda Sanitaria di Piacenza, Professore di Psichiatria Università di Parma. 

Il 10 ottobre ricorre la “Giornata Mondiale della Salute Mentale”,iniziativa avviata nel 1992 su proposta della Federazione Mondiale che oggi include più di 150 Paesi in tutto il mondo.

Ogni anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri partner del settore sanitario, sensibilizzano l’opinione pubblica sulle malattie mentali per incrementare le risorse a disposizione dei pazienti e migliorare il livello di accettazione sociale.

Il tema scelto per quest’ anno è: “Salute mentale in un mondo ineguale (Mental Health in an Unequal World)” poiché esiste unaSaginario-3 disparità di trattamento e di qualità dell’assistenza fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie. Molti sono i fattori che determinano queste differenze, come: situazioni economiche, sociali e culturali, ma anche problematiche derivanti dalla ultima pandemia da Covid – 19 e la maggiore difficoltà di accesso alle cure.

La ricerca scientifica mostra che vi è una carenza nella qualità di cura fornita ai pazienti psichiatrici, in tutto il mondo. L’accesso dei pazienti ai Servizi psichiatrici rimane ancora troppo basso ed iniquo; si calcola che nelle nazioni più povere arrivi solo tra il 5% ed il 25%.

In Italia, ogni anno una persona su 4 soffre di un disturbo mentale e queste sono frequenti vittime di isolamento e pregiudizi che impattano sulla vita quotidiana, sulle opportunità sociali, educative e prospettive di lavoro.

Per superare queste disparità occorre che questi pazienti ed i loro cari siano pienamente integrati in tutti gli aspetti della vita, tralasciando i pregiudizi: frasi, comportamenti e preconcetti dettati dalla poca conoscenza di queste patologie.

Questi disturbi hanno un impatto sulle famiglie, ma anche sulla società, in primis sui posti di lavoro. Molti pazienti non ricevono la terapia adeguata (gap terapeutico) e sono richiesti fino a 15 anni prima che una terapia psicologica o farmacologica per disturbi mentali, dimostrata efficace, entri nella pratica clinica quotidiana.

La distanza tra ricchi e poveri del mondo sta aumentando in modo significativo, mettendo in evidenza forti diseguaglianze in diversi ambiti: lavorativo, relazionale e personale.

La salute e la longevità sono correlate alla posizione nella gerarchia sociale. Più basso è il rango gerarchico (status), superiori sono il rischio di malattia e morte e di conseguenza più breve l’aspettativa di vita.

L’epidemiologo inglese Michael Marmot, fondatore della “epidemiologia sociale” chiama questo gradiente sociale in medicina “status syndrome”, sindrome da rango sociale.Marmot ha scoperto l’importanza del cambiamento dell’ambiente socioculturale nelle abitudini alimentari, all’abuso di alcol ed al fumo, focalizzandosi sui mutamenti biologici che ne derivano e che risultano associati all’aumento di morbilità e mortalità per malattie cardiovascolari.

La relazione tra basso livello socio-economico ed elevata incidenza e prevalenza del rischio di malattie mentali è ben dimostrata.

La disoccupazione quadruplica probabilità di tossicodipendenza, triplica quella di fobia e psicosi, raddoppia quella di depressione, ansia generalizzata, disturbo ossessivo.

La povertà può essere sia determinante che una conseguenza di scarsa salute mentale. Vi sono controversie negli studi: se considerare il basso livello sociale una conseguenza della malattia o invece la causa.

Vi sono anche note esplicative. Secondo l’ipotesi della causazione sociale, lo stress associato ad un basso livello sociale, come un’esposizione ad avversità e carenza di risorse per gestire le difficoltà, precipita un disturbo mentale, in individui vulnerabili.

Secondo l’ipotesi della selezione sociale (o deriva sociale), il frequente basso livello socio-economico è conseguenza del disturbo mentale, l’aggravamento clinico provoca incapacità lavorativa e scarsa competenza finanziaria, trascinando il paziente in una classe sociale bassa.

La teoria materialista sottolinea il ruolo dei fattori economici e sociali nella distribuzione del livello di salute mentale

La teoria comportamentale suggerisce che la distribuzione iniqua della salute, sia il risultato di stili di vita incauti e da sottoutilizzo di cure preventive.

Le malattie mentali sono le patologie oggi più comuni; l’OMS stima che nel mondo quasi un miliardo di persone convive con un disturbo mentale e costituiscono una delle principali cause di disabilità, assenteismo, perdita di produttività e costi sanitari.

“Salute mentale in un mondo ineguale”, tema della giornata mondiale 2021

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