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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Sars-Cov-2, dove resiste più a lungo?

La fonte principale di contagio, resta il contatto ravvicinato tra le persone

I Ricercatori del Commonwealth Scientific and Industrial Research (CSIRO) hanno misurato una resistenza record di Sars - CoV-2. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica "Virology Journal”, ha dimostrato che il virus sopravvive su alcune superfici come vetro (anche del cellulare), acciaio e banconote fino a 28 giorni, ma la fonte principale di contagio, sottolineano gli esperti, resta il contatto ravvicinato fra le persone e il veicolo più insidioso di trasmissione rimane la via aerea.

Gli stessi ricercatori precisano che le quantità di virus rintracciate sulle varie superfici dopo 28 giorni sono molto ridotte, insufficienti a causare un contagio e raggi ultravioletti, umidità e temperatura condizionano l'infettività.

A 20 gradi, il virus è sopravvissuto per 28 giorni su: acciaio, vetro, pvc e banconote, sia di carta che di materiali plastici. Superfici porose come i vestiti non hanno permesso a Sars- CoV- 2 di arrivare a più di 14 giorni.

A 30 gradi la resistenza si è ridotta a 7 giorni su: acciaio, banconote e vetro e a 3 giorni su vestiti e pvc.

A 40 gradi, il coronavirus è rimasto vitale meno di 16 ore sui tessuti di cotone, 24 ore su acciaio, vetro e banconote e 48 ore sul pvc.

Sulla rivista scientifica "Lancet" il 2 aprile, si spiegava che vetro e banconote ospitavano tracce di virus dopo 4 giorni. Acciaio inossidabile, plastica e la parte esterna delle mascherine chirurgiche potevano arrivare a 7 giorni. Sulla carta di libri, giornali e fotocopie, come sui fazzoletti usa e getta, resiste al massimo 3 ore.

La temperatura ideale per Sars - CoV-2 era stata misurata in 4 gradi. Il riscaldamento a 70 gradi disattivava il virus in 5 minuti. Le analisi delle acque, dell'aria e delle superfici degli ambienti lavorativi e ospedalieri possono fornire una panoramica completa sulla diffusione del coronavirus. Esperti del Gruppo Lifeanalytics, Azienda specializzata, in provincia di Treviso, da oltre 40 anni nei servizi di analisi chimica, microbiologica e biologica, hanno condotto indagini su tutto il territorio italiano, al fine di tracciare il materiale genetico del coronavirus su superfici, acqua e aria.

Il primo monitoraggio è stato effettuato dal mese di aprile ad oggi, all'interno di oltre 180 Aziende e strutture sanitarie per verificare la buona riuscita delle attività di disinfezione, garantendo ambienti lavorativi Covid - free.

Secondo l'indagine, la presenza dell'Rna del coronavirus, in media, è stata rilevata sul 5% delle superfici, anche dopo la normale attività di disinfezione. Nonostante la trasmissione del Sars - CoV-2 da contatto con superfici contaminate sia meno frequente, questa percentuale identifica un rischio per i lavoratori e il personale ospedaliero. Un fattore di rischio contagio, sicuramente più alto è rappresentato dall'utilizzo dei dispositivi di protezione individuali non adatti al contenimento del virus.

Lifeanalytics ha eseguito test di efficacia e qualità sulle mascherine fornite ai dipendenti di oltre 50 imprese. I test si sono concentrati sulla resistenza alla penetrazione di sangue sintetico, l'efficienza di filtrazione batterica e la determinazione della carica microbica sulla superficie.

Le analisi ambientali non sono sufficienti per fornire un quadro completo dell'andamento della pandemia: fondamentali restano il monitoraggio delle acque reflue e della qualità dell'aria. Secondo le recenti attività svolte da chimici e biologi in circa 100 città, la presenza dell'Rna del virus è stata riscontrata nel 48% dei casi nelle acque reflue. Le analisi ambientali e delle acque potrebbero essere uno strumento reale in più per prevedere e rallentare la diffusione della Covid - 19, ha spiegato il Direttore della Lifeanalytics, dottor Giovanni Giusto. Le analisi condotte dai laboratori si basano sulla Real Time PCR (Reazione a catena della polimerasi di trascrizione inversa) che include l'estrazione di Rna - RiboNucleic Acid dai campioni prelevati, lo stesso metodo utilizzato per identificare la positività di un paziente, con il tampone.

I CDC (Centers for Disease Control) spiegano che il Coronavirus si diffonde meno frequentemente attraverso il contatto con le superfici contaminate, mentre è molto facile il contagio da persona a persona. In particolare, gli individui che sono fisicamente vicini, entro 1,8 metri, a una persona affetta da Covid - 19 o hanno contatto diretto con lui, sono quelle con il rischio massimo di infezione.

Di recente, i CDC hanno riconosciuto i rischi della trasmissione di Sars- CoV-2 per via aerea o aerosol. Si tratta delle goccioline più fini con un diametro inferiore ai 5 micron che, anziché cadere a terra in pochi minuti con la forza di gravità, si liberano in aria per tempi più lunghi e possono raggiungere distanze di parecchi metri, a seconda delle correnti d'aria. Uno studio ha misurato per il coronavirus una resistenza fino a tre ore. Questo è il motivo importante per cui negli spazi chiusi viene consigliato il ricambio d'aria, anche quando si mantengono le distanze e si indossano le mascherine.

Sars-Cov-2, dove resiste più a lungo?

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