Sottovariante Delta (AY.4.2) di Sars-CoV-2, la mutazione inglese rilevata anche in Italia
Sono stati identificati anche in Italia diversi casi di Covid-19 sottovariante Delta AY.4.2, indicata con la sigla B.1.617.2.4.2, scoperta per la prima volta nel Regno Unito, dove nel corso degli ultimi giorni ha fatto registrare un nuovo aumento di contagi.
Questo nuovo sottotipo rappresenta circa l’8-9% dei casi nel Regno Unito. Secondo il dottor Scott Gottlieb, ex Commissario della Food and Drug Administration (FDA), la variante è presente da luglio, ma sta aumentando e potrebbe essere responsabile dell’attuale boom di contagi. Per il professor Alessandro Carabelli ricercatore italiano che dirige uno dei laboratori di ricerca di COG-UK (Covid-19 Genomics UK Consortium), il Consorzio inglese per il monitoraggio delle varianti, i problemi che la Gran Bretagna sta vivendo in questo momento, sono da attribuire anche all’abbandono di mascherine e del distanziamento.
Al momento, sono state depositate 1.860 sequenze genetiche di questa variante contenute nella banca dati internazionale Gisaid. Il numero maggiore di casi è localizzato nel Regno Unito, ma dopo Israele è stata rilevata inoltre in altri 10 Paesi europei e negli Stati Uniti.
In Italia è stata identificata, nel periodo compreso tra settembre e ottobre in 9 casi. Le analisi sono state condotte dagli esperti del Ceinge-Biotecnologie avanzate di Napoli. “E’ un possibile esempio, ma va dimostrato, di come il virus AY.4.2 possa sfuggire ai vaccini con tutto il suo carico mutazionale” - ha osservato il genetista, professor Massimo Zolla della Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge; “nel caso in cui la sottovariante Delta dovesse rivelarsi più aggressiva e contagiosa, la situazione epidemiologica potrebbe peggiorare”. Secondo il ricercatore, possibili scenari anticipati di questa nuova variante sono: piccoli cambiamenti che non modificano in modo drastico il comportamento del virus, oppure l’accumulo di numerose mutazioni, alcune eventualmente pericolose, improbabile che emerga un ceppo completamente nuovo.
Ogni mutazione del genoma che interessa la proteina Spike viene monitorata e studiata.Nella variante AY.4.2 sono presenti due mutazioni nella proteina Spike, che utilizza il virus per infettare le cellule umane: la mutazione A222V conosciuta per essere apparsa più volte nella variante Delta, e la Y145H, presente in altre varianti come Alpha e Mu e che teoricamente potrebbe indurre una maggiore elusione delle difese immunitarie.