Terza dose vaccino anti-Covid-19: la scienza dirà se e quando
L’Azienda farmaceutica Pfizer sostiene l’approvazione di una terza dose di vaccino contro la Covid-19, ma le Autorità sanitarie americane Centers for Disease Control and Prevention (CDC), della Food and Drug prendono tempo. “Un processo rigoroso e basato sulla scienza - ha dichiarato il Ministero per la Salute Usa – determinerà se e quando i richiami saranno necessari”.
Pfizer ritiene che l’efficacia del suo vaccino sia stata erosa dalla variante Delta, citando dati che gli scienziati esterni devono ancora esaminare ed ha annunciato che sta sviluppando una versione aggiornata del vaccino efficiente anche nel combattere la variante Delta.
“Mentre la protezione contro le malattie gravi è rimasta elevata per sei mesi, il calo osservato dell’efficacia contro la malattia sintomatica e la continua comparsa di varianti, conducono la nostra convinzione alla necessitò di una dose di richiamo per mantenere i più alti livelli di protezione” - ha riferito la Casa farmaceutica Pfizer che presenterà alle Autorità di regolamentazione, entro alcune settimane, le prove che una terza dose di vaccino a sei mesi dalla prima determina l’aumento dei livelli di anticorpi da cinque a dieci volte rispetto al regime a due dosi. Anche l’Azienda farmaceutica Moderna ha annunciato dati simili a maggio.
La variante Delta, identificata per la prima volta in India e considerata circa il 60% più contagiosa dell’Alpha (la versione del virus che ha colpito la Gran Bretagna e gran parte dell’Europa all’inizio di quest’anno), presente anche in Italia, sta causando epidemie in molti Paesi: dalla Malesia alla Indonesia, dalla Australia a molte nazioni africane. E’ anche la variante dominante negli Stati Uniti, ma i contagi coinvolgono quasi esclusivamente persone non vaccinate o che hanno ricevuto una sola dose.
Studi recenti hanno dimostrato che i vaccini a mRna, come Pfizer e Moderna innescano una reazione immunitaria persistente nel corpo che può proteggere dal coronavirus per anni e che due dosi di vaccino sono fortemente protettive contro tutte le varianti.
Anche l’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali, ha confermato che i quattro vaccini autorizzati nella Unione Europea proteggono contro tutti i ceppi che circolano in UE, compresa la variante Delta. Questo evidenzia l’importanza di un ciclo completo di vaccinazione. E’ quindi prematuro, secondo l’Ente regolatore europeo dire se e quando servirà la terza dose di vaccino.
In Italia, il professor Franco Locatelli, referente del Comitato Tecnico-scientifico, ha spiegato: “non abbiamo evidenza ad oggi di quanto duri la risposta immunitaria conferita dai vaccini anti-Covid, con due dosi. Appare quindi, incerta la necessità ed il tempo in cui eventualmente dovesse porsi come opportuna o addirittura necessaria la somministrazione di una terza dose. Quello che è importante è essere pronti e l’Italia si è già assicurata 100 milioni di dosi per i prossimi due anni e potrebbe riuscire a gestire anche una terza dose e successivi richiami”.