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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

Ultracentenari, 115 nel Piacentino. Quasi mille gli over 95

I segreti per invecchiare bene? Uno stile di vita salutare e mantenere attive le funzioni cerebrali creative

Dai dati statistici demografici di Piacenza e provincia relativi la dinamica demografica 2018, raccolti ed elaborati nei servizi firmati su questo quotidiano da Renato Passerini, emergono informazioni  interessanti sull'età della popolazione, che oltre a dimostrare un innalzamento dell'età media, in linea con i dati nazionali, evidenziano, al 1 gennaio dello scorso anno, l’esistenza  di 115 ultracentenari, di cui 37  a Piacenza, e nella fascia  tra 95 e 100 anni, di 922  persone, di cui 348  in città. Ma quali sono i segreti di una così lunga vita? Qualcosa abbiamo percepito, gli studi  di settore ce lo dimostrano e le ricerche scientifiche proseguono. Gianni Pes, Michel Poulain e Dan Buettner hanno identficato zone "blù" di  maggiore longevità nel mondo: isola di Okinawa (Giappone), Sardegna, prevalentemente  i paesi montani della Ogliastra e  della Barbagia,  Penisola di Nicoya (Costa Rica), Isola di Icaria (Grecia) e la comunità di Loma  Linda in California.

Schermata 2019-03-29 alle 19.02.20-2Quest'anno, i centenari giapponesi sono circa 70mila e quasi il 90% sono donne.  Si chiama Kane  Tanaka, la donna più vecchia del mondo, è nata il 2 gennaio 1903, vive in una casa di riposo  a Fukuoka, ama i giochi  da tavolo  e i quiz matematici, mentre  l'uomo più vecchio del mondo, Masako  Nonaka, nato il 25 luglio 1905, attribuisce  la sua longevità  ai bagni alle terme ed alla passione  per i dolci. Le isole di Okinawa erano chiamate "terre della immortalità"  ed uno dei segreti  di lunga vita  dei loro abitanti  sta nella forte dedizione alla famiglia  e in una rete  di amicizie  che durano tutta la vita e che sostiene in tarda età. Persone, inoltre, con un forte senso degli obiettivi da perseguire ogni giorno, una forte determinazione a vivere il più a lungo possibile E' recente, un progetto di studio (Akea) della Università  di Sassari, sul Dna dei centenari sardi, che  ad oggi, sono 480,  coordinato da biologi, medici e  demografi. Dal 1996, sono stati raccolti 3800 campioni di Dna, i tratta della banca dati sulla longevità più grande al mondo. Analizzando il Dna dei centenari sardi, i ricercatori si stanno concentrando sulla lunghezza dei telomeri, che sembrano strettamente collegati ai processi di invecchiamento. Sono il cappuccio protettivo collocato al termine dei cromosomi e servono a proteggere il Dna nella duplicazione cellulare.  Analisi cliniche offrono la possibilità di misurare i telomeri delle proprie cellule attraverso un esame  del sangue ed i risultati  vengono interpretati  per stabilire se una persona  ha una età biologica corrispondente a quella anagrafica.

Uno studio sulla longevità dell'Università di Palermo, coordinato da Calogero Caruso, professore  ordinario di Patologia generale, ha rilevato che in Sicilia vi sono zone di bassa mortalità, in piccoli villaggi  non inquinati, nei Monti Sicani, nelle Madonie  e nei Nebrodi. A Isnello, un paesino, in provincia di Palermo hanno vissuto  due donne ed un uomo  che hanno raggiunto  rispettivamente 110, 106 e 109 anni. La spiegazione di una così lunga vita è quella che accomuna tutte le zone blù del mondo, uno stile di vita sano, attività fisica ed anche una fede religiosa. L'esercizio fisico, alza il livello dell'umore ed aiuta a tenere allenate le capacità mentali. I maggiori rischi per la salute nascono dagli eccessi alimentari, lo conferma anche la dieta abituale nelle zone blù, in cui la vita media è più lunga e si registra una maggiore concentrazione  di centenari. Queste popolazioni longeve sono caratterizzate da un’alimentazione a basso apporto calorico, basato soprattutto su: frutta, noci, mandorle, legumi, verdura, olio di oliva  e pesce, svolgono una attività fisica moderata, ma costante ed  hanno la percezione di essere socialmente utili.

 Secondo i dati della Organizzazione Mondiale della Sanità, gli italiani, sono tra i popoli che, nel mondo,  hanno la probabilità di vivere più a lungo, l'Italia, infatti, è al secondo posto per l'aspettativa di vita con S. Marino, Spagna, Svizzera e Singapore; al  primo posto il Giappone. La relazione “World Health Statistics” dell'Oms, rappresenta la fonte ufficiale  delle informazioni sullo stato di salute della popolazione mondiale. Contiene i dati provenienti da 194 Paesi relativi ad una serie  di indicatori:  mortalità,  malattia, speranza di vita,  cause di morte e sui maggiori fattori di rischio per la salute, tra i quali prevalgono: l'obesità, l'abuso di alcol ed il fumo di sigaretta. Oggi l'attenzione dei ricercatori è posta sull'enzima telomerasi, scoperto nel 1985 dalla Universtà di Berkeley (California) che  impedisce  l'accorciamento dei telomeri perché duplica   alcuni segmenti  di Dna e li aggiunge  alla fine dei cromosomi.  Ma la predisposizione genetica alla longevità si annulla se non vengono adottati comportamenti salutari.  Se i nostri nonni o i genitori hanno vissuto 100 anni, vuol dire che nel nostro Dna è iscritta questa possibilità, che si realizzerà soltanto insieme  ad uno stile di vita sano. Fumo, alcol, sedentarietà, stress, esposizione agli inquinanti chimici, radiazioni, vanificano gli influssi positivi dei geni ed accorciano la vita. Secondo gli scienziati le possibilità di una lunga vita in buona salute è per il 70% affidata  a noi stessi e non deriva dal nostro patrimonio genetico.

Ultracentenari, 115 nel Piacentino. Quasi mille gli over 95

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