«Un calendario della salute che accompagni le persone in ogni fase della vita»
Questo il programma di lavoro del professor Francesco Vaia, dg della Prevenzione del Ministero della Salute
“Un Calendario della Salute che accompagni le persone in ogni fase della vita”. Lo scrive sul Quotidiano Sanità, il professor Francesco Vaia, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute.
Sono passati sei mesi dalla fine della emergenza pandemica: oscurantismo e visioni catastrofiche da una parte, modernità ed ottimismo razionale dall’altra. Anni difficili, durante i quali è divenuto manifesto il grande patrimonio costituito dal Servizio Sanitario Nazionale, vero vanto del Paese, come ribadito più volte anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Molte criticità del sistema - scrive il professor Vaia - più o meno latenti fino al 2019, sono state definitivamente disvelate dall’evento epocale pandemico, ormai sotto gli occhi di tutti.
Dei cittadini, innanzitutto, che lamentano oggettive difficoltà di accesso ai servizi, con liste di attesa che scoraggiano molti dall’intraprendere trattamenti o percorsi diagnostici decisivi per la loro salute e sui quali dobbiamo lavorare. Mancanza di fondi, lamentano alcuni, cattivo uso delle risorse, accusano altri.
Si resta così divisi tra due visioni polarizzanti nel dibattito pubblico; visioni che spesso hanno più a che vedere con slogan politici, che con analisi tecnico-scientifiche.
Le risorse sono indubbiamente limitate - prosegue il professore - e c’è l’esigenza, assolutamente imprescindibile, di saperle bene impiegare, in un contesto, quello della Sanità, dove necessitano sempre maggiori e imponenti investimenti, sia in ragione degli alti standard di qualità fissati dall’avanzamento tecnologico ed organizzativo, sia in ragione della duplice transizione, demografica ed epidemiologica, che interessa da decenni la popolazione occidentale, ed in particolare, quella italiana. Una popolazione sempre più anziana e affetta da patologie croniche e cronico-degenerative, che esprime una crescente domanda di servizi sanitari e di conseguenti risorse.
Il ruolo fondamentale della prevenzione
Come abbiamo superato l’emergenza pandemica, così guidati dall’ottimismo della ragione, dobbiamo e possiamo trovare soluzioni innovative ai problemi che pone il contesto ed attuare un modello di salute che sia all’altezza delle nuove sfide.
Strumento importante a nostra disposizione è la prevenzione, con la sua capacità di generare valore, sia in termini di salute che di sostenibilità del sistema, oltre alla coesione sociale.
La prevenzione, sia centrale in ogni segmento della società, a partire da salute e ambiente, se vogliamo davvero dare una risposta alle problematiche del nostro tempo e speranza ai nostri giovani che dobbiamo ascoltare di più, anche quando sono rumorosi.
Alla sostenibilità del Servizio Sanitario (che non va intesa in termini ragionieristici, ma di appropriatezza e buon uso delle risorse a disposizione per raggiungere i migliori esiti di salute possibili ), la prevenzione, può dare un enorme contributo.
Si stima che il 60% del carico di malattia, in Europa e in Italia è riconducibile a fattori di rischio modificabili con l’adozione di stili di vita salutari. E’ pertanto necessario un vero e profondo cambiamento culturale e uno sforzo comune ed intersettorialità da parte della società, intesa come sistema che comprende il cittadino, gli Operatori, le Istituzioni. Fare prevenzione significa prendersi cura di sé, a partire da stili di vita salutari che oggi comprendono al pari del mangiare bene, dello svolgere attività fisica, anche il calendario vaccinale.
Un messaggio - scrive ancora il Direttore Generale - che punti sulla responsabilizzazione del cittadino e non su obblighi o vincoli.
Il nostro Paese è maturo e lo ha dimostrato. Si sono invece dimostrate controproducenti visioni impositive e calate dall’alto, che, seppur necessarie in determinati momenti, hanno contribuito con il loro inutile e dannoso prolungamento, ad indebolire il legame di fiducia e di responsabilità reciproca tra Istituzioni sanitarie e cittadini. Il cittadino ha bisogno di comprendere e noi abbiamo il dovere di spiegare bene e senza ipocrisie, cosa proponiamo, in spirito di servizio e verità.
Qualcuno vorrebbe che la pandemia non finisse mai! Tempo fa – scrive Vaia – utilizzai questa espressione per stigmatizzare alcune posizioni inconciliabili con una scienza che deve essere sempre libera e scevra di interessi, come la stampa. Ancora oggi, ritengo che quella espressione sia l’indicatrice e la radice di tanti errori compiuti che hanno determinato sfiducia ed esitazione all’approccio scientifico da parte di molti dell’opinione pubblica.
Perché questo cambiamento culturale sia possibile è indispensabile adottare una visione sistemica che coinvolga ampi settori della società, dalla scuola, alla famiglia, dai luoghi di lavoro, al mondo del terzo settore. Un approccio proattivo, che tenga conto della complessità degli interventi richiesti e che si muova attivamente per la promozione della salute dei cittadini durante tutto il corso della nostra vita: non è mai troppo presto, non è mai troppo tardi e non è mai abbastanza per la prevenzione!
Il Calendario della Salute
Secondo il professor Vaia, questa prospettiva deve cominciare presto, a partire dai più piccoli, perché è stato dimostrato che le abitudini acquisite durante l’infanzia, hanno ripercussioni durature sulla salute, per tutta la vita dell’individuo (sovrappeso, obesità infantile), fino ai grandi anziani.
Penso ad un calendario della salute - propone il DG - che scandisca tutte le tappe della vita della persona, dall’allattamento al seno, per il quale ci siamo battuti con efficacia in passato, alle vaccinazioni della infanzia e della adolescenza (vaccino HPV, tanto nei ragazzi che nelle ragazze per l’eliminazione del tumore della cervice uterina e delle altre patologie HPV correlate), sino ad arrivare alle vaccinazioni della età adulta, ancora troppo sottovalutate insieme agli screening, per un invecchiamento in salute. Le vaccinazioni previste dal nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 rivestono quindi un ruolo cruciale. L’andamento epidemiologico ci consente di fare un ragionamento pacato, scevro dagli “-ismi” per parlare dello strumento vaccino, sebbene questo momento storico sia caratterizzato da una eccezionale stanchezza ed esitazione dei cittadini nei suoi confronti (anche a causa della cattiva comunicazione durante la pandemia e della percezione da parte della opinione pubblica che sulla pandemia si siano combattute tante battaglie, geopolitiche, economiche ed anche professionali). E, non penso tanto ai no-vax che sposano posizioni ideologiche e spesso rappresentative, magari inconsapevolmente, di interessi di gruppi, quanto, piuttosto ai tanti cittadini indecisi che in questi anni sono stati assaliti dalle fake-news. Dobbiamo ribadire sempre di più l’importanza strategica dello strumento, anche alla luce dei dati disponibili che ci restituiscono l’evidenza scientifica della sua efficacia e sicurezza.
A questo, si aggiungano i dati sull’impatto che le vaccinazioni hanno in termini di sostenibilità del sistema salute, prevenendo le malattie e le loro complicanze e contribuendo a ridurre gli accessi negli ambulatori dei pediatri di libera scelta, dei medici di medicina generale e nei Pronto Soccorso, con la necessità di trattamenti e setting assistenziali anche molto onerosi, in termini di costi sanitari. Gli effetti positivi che vanno ben oltre il piano strettamente economico, riguardano soprattutto il funzionamento del sistema e naturalmente, la salute dei cittadini, riducendo anche il rischio di infezioni correlate all’assistenza e l’impatto dell’antimicrobico- resistenza.
Per recuperare i ritardi accumulati nella copertura vaccinale, stiamo lavorando sul doppio fronte della buona comunicazione e informazione ai cittadini e dell’offerta vaccinale, che vogliamo rendere sempre più proattiva e più prossima.
Abbiamo, a tale scopo proposto la vaccinazione nell’ambito più ampio dei Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) per le persone affette da malattie croniche. Intervento che porterebbe un grande vantaggio in termini di salute.
I valori fondanti del SSN e l’Organizzazione
Bisogna affiancare ai Dipartimenti di Prevenzione, ai Medici di Medicina Generale ed ai Pediatri di Libera scelta un presidio di prossimità importante come la Farmacia e consentire le vaccinazioni negli Ospedali e nelle RSA, per proteggere i più fragili, come è stato raccomandato con le due ultime circolari alle Regioni e Province Autonome. Il Piano Nazionale di Prevenzione è la strada maestra da seguire per liberare appieno il valore della prevenzione, promuovendo screening e corretti stili di vita in tutte le fasi della vita ed in piena armonia con gli ecosistemi e l’ambiente.
In definitiva - conclude il professor Vaia – tutelare la salute, come sapevano i padri costituenti, deve essere un interesse primario della persona, ma anche di tutta la collettività.
Nel mio mandato di Direttore della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, mi impegnerò, nell’ambito delle mie competenze a dare un contributo, affinchè Politica, Istituzioni, Società scientifiche, Associazioni di cittadini e Terzo settore lavorino con questo spirito per un nuovo rinascimento del SSN e per la tutela piena della salute di ogni persona, al Nord, come al Centro e al Sud, in un Paese che sia sempre più eguale in questo fondamentale diritto. Sono certo che ce la faremo.