Vaccini anti-Covid, sempre più trasparenza nell'informazione scientifica
La scienza, per la prevenzione della Covid - 19 ha messo in campo il vaccino antivirale, accelerando sui tempi di somministrazione. Anche la Food and Drug Administration (Agenzia Americana del Farmaco), negli USA, ha concesso una Emergency Use Authorization (EUA), una procedura che intende facilitare la disponibilità e l'uso di misure mediche, compresi i vaccini, durante le emergenze di sanità pubblica.
Alcuni di questi vaccini innovativi (genetici) sono già commercializzati in campo veterinario e il loro sviluppo è nato soprattutto in vista di un utilizzo in campo oncologico. Successivamente, anche la prospettiva di impiego in malattie infettive (Papillomavirus, SARS, Zika, Influenza, Ebola, HIV) e questa pandemia, ha accelerato lo studio per l'utilizzo contro i Coronavirus. I più importanti vaccini anti SARS-CoV-2 già in uso o in via di autorizzazione hanno caratteristiche diverse tra loro, sia per tecnologie di produzione (tipo di vettore a Rna messaggero, adenovirus, proteine virali ricombinanti...) sia per sistemi di conservazione, somministrazione, valutazione di efficacia e anche di costo. Dei due nuovi vaccini a mRna che sono in fase di somministrazione, diverse pubblicazioni scientifiche hanno messo in evidenza i vantaggi sia di sicurezza che di efficacia, ma hanno anche segnalato una attenta sorveglianza e monitoraggio da parte delle Agenzie regolatorie.
Sarà fondamentale soprattutto conoscere quanto sia la durata di questa immunità, ma anche essenziale proseguire la ricerca di soluzioni terapeutiche e protocolli di cura per i malati di Covid, una adeguata organizzazione dei test diagnostici e la elaborazione dei dati epidemiologici, in modo uniforme ed accessibile.
Nella attuale campagna di vaccinazione di massa del vaccino anti-Covid-19, in considerazione della carenza di vaccino, il Regno Unito ha adottato la strategia di distanziare le due dosi, aspettando fino a 12 settimane tra la prima e la seconda somministrazione per poter immunizzare quante più persone possibili ed un approccio simile potrebbe essere tentato anche dalla Danimarca. La scelta del Regno Unito è stata autorizzata dalla Agenzia del Farmaco Mhra, tra lo scetticismo di molti virologi e studiosi del virus. Il Governo britannico ha recentemente pubblicato sul proprio sito un comunicato nel quale viene riportato il parere degli scienziati che operano come consulenti governativi nella lotta contro la pandemia, secondo i quali, entrambi i vaccini di AstraZeneca e Moderna, offrono una protezione considerevole dopo una singola dose, almeno nel breve termine, mentre la seconda dose completa il ciclo ed è probabile che sia importante per la protezione a lungo termine. Stando ai trials, il vaccino Pfizer-BioNTech, offre una protezione del 52% a due settimane dalla prima iniezione, ma i test sono stati condotti solo con un periodo di tre settimane tra le dosi e la stessa Società farmaceutica ha affermato che non ci sono dati per dimostrare che la protezione dopo la prima dose, sia mantenuta dopo 21 giorni.
Alcuni esperti sono preoccupati che ritardare troppo la seconda dose possa innescare pericolose mutazioni del virus. La virologa Isabel Sola, ha spiegato che "se la risposta immunitaria indotta dal vaccino non è ottimale, al virus viene data l'opportunità di mutare e diventare resistente agli anticorpi". Secondo il biologo Andrew Read "in presenza di risposte immunitarie meno marcate o più brevi, le mutazioni del Coronavirus Sars- CoV-2 saranno più probabili". Anche per l'immunologo americano Shane Crotty "creare situazioni con una immunità parziale, può favorire la selezione di mutazioni che sfuggono ai vaccini". Per l'epidemiologo Marc Lipsitch, direttore del Center for Dynamics of Infectious Disease della Università di Harvard (USA) "il rischio esiste, ma l'urgenza di ridurre i decessi ed i ricoveri, supera le preoccupazioni che ritardare la seconda dose possa accelerare i processi di mutazione del virus, ma per questo, servirebbero ulteriori studi".
Per Lucy van Dorp, ricercatrice alla Università College di Londra "è improbabile che un vaccino possa diventare inefficace improvvisamente. Le mutazioni potrebbero portare a perdite parziali di efficacia - e dunque, secondo la studiosa - ci sarà, comunque tempo di modificare i vaccini".
I virus per sopravvivere mutano e per Sars-CoV-2 le mutazioni individuate dagli scienziati, in questi mesi sono state migliaia, spesso non significative. "A destare preoccupazione, nell'ultimo periodo è la scoperta di tre varianti: inglese, sudafricana e brasiliana. Il virus muta continuamente, ogni volta che si replica possono verificarsi errori che portano alla comparsa di mutazioni dell'Rna (codice di lettura che serve a produrre proteine) - ha commentato la professoressa Antonella Viola, Immunologa, Ordinaria di Patologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Padova. Il virus può replicarsi con maggiore velocità e quindi diventare più contagioso come nella variante inglese, che può avere maggiore facilità di ingresso nelle cellule, ma nessuna delle varianti individuate si è dimostrata capace di dare luogo ad una malattia più severa.
Esistono mutazioni che aiutano il virus a nascondersi meglio di fronte al sistema immunitario. Esse aprono la strada alla possibilità di reinfezione. In presenza di una variante non riconosciuta dagli anticorpi, un soggetto può contrarre nuovamente il virus.
La variante sudafricana e quella brasiliana presentano una mutazione che altera l'interazione degli anticorpi con il virus, ostacolando la sua neutralizzazione e questo implica la possibilità di reinfezione, ha precisato la professoressa Viola.
Per la variante inglese, con i vaccini attuali, la protezione è garantita. In merito alla variante sudafricana e a quella brasiliana, la questione andrà approfondita. In generale, ha concluso la professoressa, l'aggiornamento di un vaccino a mRna, fornisce in questo senso un enorme vantaggio, è possibile e viene effettuato cambiando il suo codice di lettura in base alla mutazione".
COME AFFRONTARE LA SITUAZIONE E L'EMERGERE DELLE VARIANTI
Secondo gli Esperti, oltre al monitoraggio delle mutazioni, occorre evitare la diffusione del contagio, adottando le misure di contenimento e restrizione. Più il virus circola e si diffonde, più muta. E' poi importante velocizzare le vaccinazioni. Una immunizzazione lenta favorisce la comparsa di varianti. Inoltre, sequenziare il più possibile e monitorare il territorio.