West Nile, nel 2018 segnalati in Italia 595 casi
Dal Ministero della Salute il nuovo piano nazionale di sorveglianza e prevenzione
Nel 2018, in Italia ed in altri paesi dell'Europa centro meridionale è stato registrato un aumento della circolazione del WNV (West Nile Virus). Nel nostro Paese, sono stati segnalati 595 casi umani confermati di infezione, dei quali 238 si sono manifestati nella forma neuroinvasiva (complicata). I casi autoctoni (nel territorio italiano) sono stati 237, distribuiti in 6 Regioni: Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, ed un solo caso importato.
Analogamente, nel corso del 2018, la sorveglianza veterinaria ha trovato un aumento della circolazione del virus (WNV) in zanzare, uccelli e cavalli. Sempre lo scorso anno, per il riscontro di una elevata circolazione di virus Usutu nelle zanzare e negli uccelli, sono stati notificati 9 casi di infezione umana da USUV, dei quali, due in forma neuroinvasiva.
Il Ministero della Salute, nel documento, sottolinea l'importanza della prevenzione che prevede l'adozione di corrette abitudini di vita nella popolazione, la capacità degli individui e della collettività di collaborare alla risoluzione dei focolai di sviluppo larvale e la disponibilità e l'utilizzo dei mezzi di protezione individuale contro le punture delle zanzare. Occorre considerare che il periodo di maggiore attività del vettore (zanzara) va dai primi di maggio a tutto il mese di novembre.
Inoltre, l'adozione di misure di controllo nei confronti delle donazioni di sangue ed emocomponenti, organi e tessuti. I focolai più comuni di infezione possono essere di vario tipo: acquitrini, risaie, cisterne, depuratori, vasche e fontane ornamentali, tombini, grondaie e anche piccole raccolte di acqua temporanee, come barattoli vuoti, sottovasi e contenitori senza coperchio, ma soprattutto, dove le acque sono ferme e contengono detriti vegetali che forniscono nutrimento e riparo alle forme larvali.
Nel Piano del Ministero sono stati introdotti importanti aggiornamenti relativi alla attività di prevenzione, alla classificazione delle aree a rischio, sulla base delle evidenze epidemiologiche, ecologiche ed ambientali ed inserite le procedure operative per la cattura di zanzare e la gestione del campione.
Maggiormente a rischio in caso di malattia, sono gli anziani, soggetti con disordine del sistema immunitario o affette da alcune patologie croniche, quali: tumori, diabete, ipertensione, malattie renali e le persone sottoposte a trapianti.
Fondamentale una corretta gestione del territorio, con azioni di risanamento ambientale per eliminare i siti in cui le zanzare si riproducono. Tali interventi possono comprendere: manutenzione delle aree verdi pubbliche, pulizia delle aree abbandonate ed eliminazione dei rifiuti per evitare la presenza dei contenitori anche di piccole dimensioni contenenti acqua.
WEST NILE VIRUS E USUV
Il virus West Nile (WNV) si trova in Europa dal 1958, appartiene al genere Flavivirus, genoma a RNA, isolato per la prima volta in Uganda nel 1937, ora diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia ed America.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, più frequentemente del genere Culex, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto rari, sono i trapianti di organo, le trasfusioni di sangue e materno-fetale, ma non si trasmette da persona a persona tramite contatti diretti. Il virus può infettare anche gli equini, in alcuni casi, cani, gatti e conigli. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta, va da 2 a 14 giorni, fino a 21 giorni. La maggior parte delle persone infettate non mostra alcun sintomo; fra i casi sintomatici si riscontra: febbre, mal di testa, nausea e vomito, linfonodi ingrossati. Nei bambini è frequente una febbre leggera, nei giovani, la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, cefalea, dolori muscolari e congiuntivite. Negli anziani e nelle persone debilitate, la sintomatologia può essere più grave (inferiore all'1%) e comprende: febbre alta, forte cefalea, debolezza muscolare, tremori, disorientamento, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Nei casi molto gravi (1 su 1000), encefalite letale. La diagnosi viene effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) su siero e dove indicato, su fluido cerebro-spinale, per la ricerca degli anticorpi IgM che possono persistere anche per periodi molto lunghi. In alternativa, attraverso RT- PCR o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebro- spinale. Non esiste una terapia specifica, ma nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono dopo qualche giorno.
Il virus Usutu (USUV), anch'esso appartenente al genere Flavivirus, meno noto, è stato osservato per la prima volta in Europa nel 1986 ed ha determinato mortalità significative tra le popolazioni di alcune specie aviarie, in Italia ed anche in altri Paesi europei. Entrambi i virus (WNV e USUV), possono passare dalle popolazioni aviarie ai mammiferi, esseri umani inclusi, attraverso i vettori - ponte.