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Esse come sicurezza

Esse come sicurezza

A cura di Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) di Piacenza

«Complimenti al questore. La trasparenza è la migliore arma»

Per la prima volta - dal 2003 ad oggi - un questore non giustifica l'aumento dei reati dichiarando che la delinquenza che affligge Piacenza è pendolare e facendo intendere che, di conseguenza, Piacenza è una città tranquilla, ingannando i cittadini

In riferimento a quanto dichiarato dal Questore di Piacenza sulla questione sicurezza, con umiltà e senso costruttivo, intendo esprimere alcune considerazioni positive. Aldilà di come la penso io sulla questione sicurezza e di quanto io sia contrario alle statistiche - che queste siano positive o negative - devo ammettere che per la prima volta - dal 2003 ad oggi - un questore non giustifica l’aumento dei reati dichiarando che la delinquenza che affligge Piacenza è pendolare facendo intendere che, di conseguenza, Piacenza è una città tranquilla e ingannando i cittadini. Complimenti quindi al questore su questo punto: la trasparenza per me è la miglior arma. Inoltre, cosa più importante, il questore afferma che si sta studiando un nuovo modulo operativo per il controllo del territorio. Speriamo, pertanto, che questo modulo operativo faccia conto dei numeri e di quanto si prospetta nel futuro che vedrà una polizia di Stato scendere a 90.000 unità.

Spero, e lo spero davvero, che finalmente si abbandoni un sistema del controllo del territorio in competizione con altre forze di Polizia e non ad un controllo ottimale a favore dei cittadini. Perché per me, da quando lo si è attuato, questo è! Già, perché controllare tre quarti della città vuol dire che ogni volta che, ad esempio, avviene un omicidio, con tre possibilità su quattro l’indagine va alla forza di polizia che possiede un controllo territoriale maggiore. La parte negativa è che se si controllano i tre quarti della città con poche risorse e in pessime condizioni, oltre a non fornire un adeguato servizio, lasciando scoperte alcune zone, una volta ottenuta l’indagine l’ufficio che deve agire è in crisi - in questo caso la squadra mobile - in quanto non ha i numeri sufficienti per adempiere in modo ottimale.

In sostanza, grazie alle scelte del passato, ancora oggi presenti, l’attività della questura è stata sempre compromessa e i risultati ottenuti - e ce ne sono tanti per fortuna - sono dovuti solo al grande senso del dovere dei colleghi che hanno lavorato anche gratis e comperando, ad esempio, anche risme di carta con i soldi propri per il bene di tutti. Pertanto, congratulandomi con il questore su questi due punti, spero davvero che questo nuovo modulo operativo - a me più volte fatto leggere e per il quale noi del Siap abbiamo sempre lottato e in linea con le direttive del capo della Polizia dal 2009 - sia di qualità, in considerazione dei numeri  disponibili, e non di competizioni inutili.

E al cittadino lo si metta in testa, che sia una forza di polizia o un’altra a ottenere un ottimo risultato, non interessa, ma interessa il risultato. Pertanto, la soluzione, che piaccia o no ai grandi papaveri di ogni forza di Polizia – che devono mantenere il potere e le poltrone  – è quella dell’unificazione delle forze dell’ordine - non militare - della razionalizzazione, di una unica sala operativa che consenta un coordinamento che possa anticipare le richieste dei cittadini. Un risparmio di denaro che possa dare una maggiore ricompensa a chi effettua servizio esterno.

Concludo ringraziando in questo il questore al quale, come maggior esponente della polizia di Stato di questa città, facciamo gli auguri di un buon anno, soprattutto sereno, da estendere a tutti i colleghi, promettendo come sempre la  massima disponibilità contrattuale quando questa è in perfetta sintonia con gli interessi dei cittadini, della polizia, dei lavoratori.

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