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Esse come sicurezza

Esse come sicurezza

A cura di Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) di Piacenza

«Delinquere deve diventare sconveniente, troppi poliziotti feriti da chi non ha nulla da perdere»

«La sicurezza si tutela con la presenza fisica dello Stato sul territorio ma anche con la presenza giuridica: tutte le forze dell'ordine stanno facendo del loro meglio tanto che quasi tutti gli interventi hanno un esito positivo, ma capita altresì troppo spesso che i poliziotti vengano aggrediti da persone che non hanno nulla da perdere: le leggi attuali sono troppo permissive, delinquere deve diventare sconveniente. Per questo il 26 giugno noi del Siap, che contiamo più di cento poliziotti iscritti a Piacenza (quasi tutti in servizio operativo) e siamo il sindacato più rappresentativo con il 45%, faremo un volantinaggio di protesta e di sensibilizzazione. Partiremo dalla questura, passeremo dal centro e arriveremo infine in tribunale e procura dove chiederemo aiuto», spiegano Sandro Chiaravalloti (segretario provinciale), insieme ai due segretari aggiunti Simone Littera e Walter Verardi.  «Il poliziotto ferito ad un piede durante l'arresto al Peep è un nostro iscritto ed esprimiamo la nostra più sincera solidarietà ma questo gravisismo episodio, l'ennesimo nella nostra città, ci impone una riflessione».

bandiera siap ok 2019-3«I poliziotti sempre più spesso anche in interventi che possono definirsi banali vengono derisi, minacciati, aggrediti e talvolta feriti in modo grave da persone per le quali non è sconveniente delinquere perché sanno che le pene sono troppo lievi. Ci sentiamo abbandonati: anche se qualcosa si sta muovendo non è abbastanza. Auspichiamo l'arrivo del taser che oltre a essere un ottimo strumento quando usato rappresenta anche un efficace deterrente. Ogni qualvolta un agente viene ferito e ricorre alle cure mediche poi non può mai rivalersi o avere dei risarcimenti perché quasi tutti gli aggressori sono nullatenenti, irregolari, sbandati, disoccupati: oltre al danno anche la beffa. Il cittadino deve capire che c'è un prezzo da pagare, che sarà punito, altrimenti la presenza fisica dello Stato sul territorio incarnata dai ragazzi in divisa diventa vana». «Chiediamo a gran voce - concludono - una riforma della giustizia. Si è pensato sempre a come recuperare i delinquenti dopo e durante la pena ma così facendo non si è più investito sulla punizione. Noi non molleremo: continueremo con forza a sostenere i nostri iscritti e tutti i poliziotti». 

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