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Esse come sicurezza

Esse come sicurezza

A cura di Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) di Piacenza

Quattro anni e otto mesi per il pestaggio di un uomo dello Stato? Sono anche pochi

Una sentenza del genere non dovrebbe creare stupore, ma dovrebbe essere la normalità. Quell’uomo in divisa, insieme a tutti i colleghi, era lì per far rispettare le regole democratiche, quelle costituzionali

Quattro anni e otto mesi di detenzione per aver usato violenza fisica contro un uomo dello Stato che stava operando per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica al fine di consentire il libero esercizio del dissenso democratico, non dovrebbe creare stupore, ma dovrebbe essere la normalità. Anzi, per quanto mi riguarda, rivedendo le immagini violente e notando con quanta durezza si colpisce un uomo in divisa mentre è a terra - uno contro cento - sono anche pochi. Quell’uomo in divisa, insieme a tutti i colleghi, era lì per far rispettare le regole democratiche, quelle costituzionali; di quella costituzione che si invoca solo quando fa comodo per difendere, ad esempio,  la norma costituzionale dell’antifascismo utilizzando, però, in violazione della costituzione stessa, metodi violenti e facilmente accostabili al fascismo stesso e al regime comunista.  Estremismi che spesso sono figli della stessa mentalità violenta e totalitaria. È questa la strada da seguire contro chi usa violenza nei confronti della donne e uomini dello Stato nell’esercizio delle loro funzioni democratiche, e vorremmo che in tutto ciò non sia fatto un solo passo indietro neanche per prendere la rincorsa. 

Le lievi pene inflitte nel tempo, come si è potuto notare nei fatti di cronaca, hanno consentito a troppi teppisti e delinquenti di usare violenza e minacciare, anche di morte, chi è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini. Pertanto, noi del Siap, speriamo che per il futuro siano poste in essere pene ben più consistenti utili a consentire un servizio a beneficio della comunità ben più incisivo. Se così non sarà, prima o poi saremo noi costretti a manifestare davanti ad un carcere per chiedere che chi ha usato violenza contro uomini e donne delle istituzioni intenti a difendere gli altri stia dentro le mura e le inferriate delle carceri italiane affinché, finalmente, possa essere sconveniente delinquere. 

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