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Esse come sicurezza

Esse come sicurezza

A cura di Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) di Piacenza

Una sicurezza di qualità e contro una sicurezza di sola visibilità

Non ci si deve soffermare solo sulla quantità del servizio, ma si deve puntare nella direzione della qualità del servizio e non di meno sulla dignità e sui diritti della categoria. Solo un Poliziotto pronto, preparato e soprattutto sereno può dare alla comunità quell’assistenza, quell’aiuto e quella presenza rassicurante che i cittadini si attendono

I poliziotti - cittadini tra i cittadini che svolgono una determinata professione - necessitano di una efficace collaborazione con la popolazione per il  raggiungimento di obbiettivi comuni. Tutto questo è determinante per consentire, agli operatori di Polizia, di poter fornire risposte  adeguate ai tempi, ed essere così punti di riferimento per i cittadini.
La Polizia, però, non è - e non deve essere - solo fisicamente vicina alla gente.
Non ci si deve soffermare solo sulla quantità del servizio, ma si deve puntare nella direzione della qualità del servizio e non di meno sulla dignità e sui diritti della categoria. Solo un Poliziotto  pronto, preparato e soprattutto sereno può dare alla comunità quell’assistenza, quell’aiuto e quella presenza rassicurante che i cittadini si attendono.

Se la sicurezza è un investimento e non un costo, si deve investire in formazione, in specializzazione, in tecnologie, in motivazioni, e vista la continua evoluzione dei delitti, grazie anche agli effetti dell’indulto - visibili a tutti - è necessario fornire alle forze dell’ordine un continuo aggiornamento e ammodernamento con un sostegno tecnologico al passo coi tempi, attraverso investimenti seri e mirati. Non si deve dimenticare che il territorio  da controllare non è solo quello fisico in cui viviamo. Esistono territori meno visibili, “virtuali”, dove la polizia è chiamata a tutelare e garantire la sicurezza al pari di ciò che avviene nello spazio territoriale fisico.

Si pensi, ad esempio, alla sicurezza dei minori sul territorio virtuale di Internet; alle comunicazioni fra i gruppi terroristico-internazionali, smascherabili attraverso le intercettazioni ambientali o al flusso del danaro riciclato, provento di attività criminosa come lo spaccio di stupefacenti o lo sfruttamento della clandestinità e della prostituzione. Non si deve dimenticare che va colmata la distanza, tutt’ora intercorrente, tra percezione di sicurezza e sicurezza vera.

Ma tutto ciò sarà possibile solo se gli obiettivi convergeranno con le esigenze della professione del poliziotto, professionista che deve essere posto nelle condizioni di essere qualitativamente attivo e presente in tutti i settori del soccorso pubblico: da una risposta ad una semplice telefonata, passando ad una delicata pratica amministrativa - violenza su minori, spaccio di sostanze stupefacenti, controllo di persone sottoposte a misura di sicurezza, regolarizzazione ed espulsione immigrati, per arrivare ad un intervento per rapina. Ma la professionalità dei professionisti della sicurezza si raggiunge anche attraverso l’attuazione di organiche riforme giuridiche, che diano dignità e rispetto per le funzioni.

Ma oltre a quanto accennato, ritengo che altri aspetti vadano sottolineati.
Se si parte dalla doverosa premessa che l’obbiettivo attuale è creare un società evoluta e rispettosa dei diritti e che i fenomeni sociali di violenza nell’ambito familiare e di bullismo giovanile non sono solo un problema di ordine pubblico, si perviene alla conclusione che sono necessari interventi nel settore dove si sviluppa la personalità dei nostri figli: la famiglia e la scuola.
La nostra esperienza professionale e la nostra esperienza sindacale ci ha consentito di conoscere alcune problematiche di tanti giovani e minori, fuggiti  dal mondo dello sfruttamento della prostituzione, della droga e di ogni genere di violenze inaudite.
Il rapporto con loro ci ha insegnato che per arrivare alla mente dei nostri ragazzi bisogna scegliere di mettersi in gioco.

Per comprendere bisogna saper ascoltare, attivando quelle relazioni di cui ogni ragazzo e giovane non può fare a meno.
La crescita dei nostri figli non può essere lasciata al destino o ad una società che sembra privilegiare i miti del grande fratello e la carriera da velina, rispetto ai valori della convivenza civile.

Quindi, concludendo, credo che oltre ad investire seriamente sul tema sicurezza, per una sicurezza di qualità e contro una sicurezza di sola visibilità, bisogna investire anche sull’educazione e la formazione scolastica e soprattutto sulla famiglia, cellula di una società civile, dove quotidianamente ci si deve impegnare per individuare e non perdere di vista i giusti valori, che non siano inganno e illusione, ma valori reali di una società dove l’uomo e i giovani non siano più soli ma che abbiano qualcuno a cui potersi affidare e trovare sostegno.
Questo è il desiderio delle donne e degli uomini, sindacalisti e poliziotti del SIAP.

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