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Martedì, 23 Aprile 2024
Uccellacci e uccellini

Uccellacci e uccellini

A cura di Filippo Mulazzi

Foti: «Per farsi piazzare in Fondazione c’è la corsa a baciare la pantofola»

Pesante considerazione del deputato di Fratelli d’Italia nei confronti delle nomine per l’ente di via Sant’Eufemia: «È sempre successo, ma un tempo i protagonisti erano notabili della cultura, dell’economia e delle professioni, ora dei signor nessuno»

«Vecchio è il gioco, ben più di chi lo pratica: denigrare un po’ tutti, bruciare il nominativo di possibili candidati, tramare nell’ombra per sparigliare le carte. “Nobile” è pure l’obiettivo: decidere l’impiego del bottino, frutto dei risparmi sul territorio piacentino. E’ la partita delle nomine alla Fondazione di Piacenza e Tommaso Foti-27Vigevano tra chi si sforza di mangiare qualche pedina e chi di dare scacco matto». Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, si lascia andare a un commento su Facebook, sui movimenti per la scelta dei nuovi vertici dell’ente di via Sant’Eufemia, che non può lasciare indifferenti. Sono gli ultimi giorni in cui le istituzioni (Comune capoluogo, Provincia, comuni della provincia, Diocesi, Cattolica, Politecnico, Camera di Commercio, La Ricerca, conservatorio Nicolini, mondo del volontariato, più quelli del territorio di Vigevano) possono presentare le coppie di candidature (un uomo e una donna) che poi saranno vagliate dalla Fondazione (viene scelta una figura tra le due proposte) per comporre il nuovo Consiglio generale, composto da quindici persone. 

«Delle nomine degli organi della Fondazione mai mi sono occupato – scrive Foti -  mai ho richiesto un centesimo di sponsorizzazione o una sala gratis. Venuto a conoscenza di vicende poco chiare le ho pubblicamente denunciate - non avendo scheletri nell’armadio - con nomi, cognomi, fatti: senza fare sconti ai presidenti che si sono succeduti. A differenza di quelli della compagnia del cappuccio, devoti pellegrini in tremolante attesa davanti all’imbiancato sepolcro, vispi più della Teresa quando ci sono di mezzo poltrone e poltroncine da esibire a un po’ a tutta la filiera: padri, madri, mogli, mariti, figli, nipoti (incompatibilità permettendo)».

«E’ in questo momento che quelli della compagnia - “poteri forti” per secolare imposizione - offrono il meglio del loro lignaggio, ricorrendo ai supini servigi di pettegole/i e di improvvisati vignettisti. Appagati per il sol fatto di essere della partita, raggiungono ben presto l’ultimo orgasmo loro consentito. A completare il siparietto - al teatrino del dialetto arioso - il richiamo alla piacentinità, il prerequisito per accedere alle sale di Palazzo Rota Pisaroni: un lasciapassare da esibire per tutti. La frenesia dei giorni che precedono le nomine alla Fondazione è sempre stata tanta, fin dai tempi di Mazzocchi, tra baci di pantofola, leccate d’anello e laici buffetti. Con una differenza, che a nessun sfugge: a quei tempi, il cappuccio faceva scudo al volto di notabili dell’economia, delle professioni e della cultura; oggi direi a.... nessuno!!! E così tra spuntati compassi e sgualciti grembiulini, fa già notizia il gran agitarsi di venditori di fumo e contadini».

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