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Uccellacci e uccellini

Uccellacci e uccellini

A cura di Filippo Mulazzi

Il Consiglio comunale va in ferie (e ne aveva proprio bisogno)

“Quando darà le dimissioni Foti dal Consiglio comunale, le cose andranno meglio per tutti, discuteremo in un clima più sereno”. Sembrava fossero i toni spesso aggressivi del deputato di Fratelli d’Italia (che a giugno ha lasciato lo scranno piacentino che occupava dal lontano 1980) a rovinare il clima collaborativo tra maggioranza e opposizione a Palazzo Mercanti. Senza puntare il dito contro un consigliere rispetto ad un altro, o a fare il “borsino” del comportamento dei 32 rappresentanti eletti, colpisce l’atteggiamento generale delle ultime settimane. Chi scrive non è preso dal fuoco dell'antipolitica e trova giusto che i consiglieri eletti percepiscano un gettone di presenza per la loro partecipazione alle sedute. Partecipazione che, va detto, è ad esempio maggiore rispetto al precedente mandato. Il dibattito, tuttavia, è stato poco costruttivo, quasi mai ricco di spunti, da ambo le parti. Eppure i temi non erano di poco conto: su tutti il nuovo ospedale. Maggioranza e opposizione si sono ingarbugliate in balletti stucchevoli, basati nella stragrande maggioranza dei casi su “questioni personali”. Una grande lotta per chi riesce ad avere l’ultima parola su un fatto marginale. C’è chi sembra intervenire soltanto per sentirsi e riascoltarsi e chi viene in aula per allenarsi nell’arte della retorica. Le polemiche fine a se stesse non si contano più e questo giornale fatica a riportarle in modo esaustivo. Chi ascolta il Consiglio comunale - giornalisti compresi - dovrebbe invece poter uscire da Palazzo Mercanti conoscendo più cose sulla città rispetto a prima. Ma questo, ultimamente, non succede. 

Probabilmente – proviamo a dare una risposta a questo andazzo generalizzato - sono le scorie del caso Caruso. Quello che è successo – il suo coinvolgimento nell’inchiesta contro la ‘ndrangheta, con accuse pesantissime – ha sconvolto tutti. Ritrovarsi a fare colazione, la mattina successiva a una seduta del Consiglio terminata in serata, con le immagini ai Tg nazionali di Caruso portato via dalle forze dell’ordine, ha provocato un forte choc. Non c’è stato un consigliere – non solo quelli del suo partito, Fratelli d’Italia - che non si sia visto chiedere spiegazioni dagli elettori, dai parenti, dagli amici, dai colleghi. Il vedersi sbattere nel «calderone Caruso» (l’equazione “Caruso mafioso=Consiglio da sciogliere per mafia” purtroppo l’ha fatta più di un piacentino) ha finito per caricare di tensione un Consiglio chiamato a definire l’area sulla quale sorgerà l’ospedale dei piacentini dei prossimi cinquant’anni. Dopo che questa decisione venne già sbagliata dai predecessori, che scelsero di realizzarlo in centro storico.

Così si è andati avanti a suon di attacchi, rivendicazioni e contestazioni personali. C’è chi ormai si ritiene offeso per un nonnulla, chi parla per mezzora senza esprimere un concetto nuovo utile al dibattito, chi pretende le scuse, chi chiede di rettificare, chi perde le staffe troppo facilmente, chi minaccia scissioni e abbandoni per una mozione che non sposta alcunché negli equilibri della vita dei piacentini. La vicenda Caruso ha purtroppo lasciato il segno. Ora, buone ferie al Consiglio comunale, per ricaricare le pile. Servono eccome a questo giro. 

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