rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sfruttano il buon cuore di un frate: denunciati due italiani

Un cremonese e un siciliano, entrambi 50enni, sono stati denunciati per truffa in concorso tra loro ai danni di un frate, classe '26, che ha avuto, come unica colpa, quella di essere stato troppo gentile con loro. Con un abile stratagemma sono riusciti a scucirgli 300 euro. La storia, però, non ha retto ed è intervenuta la questura

Furbizia tutt'italiana, un pizzico di malignità e charme. Sono questi gli ingredienti di una truffa bell'e buona che due malviventi, G.Z., cremonese e G.M., siciliano, entrambi di 50 anni, hanno perpetrato ai danni di un povero frate di 83 anni, della casa Cristo Re in piazzale delle Crociate. La notizia è stata divulgata questa mattina in questura da Massimo Bax, dirigente della Digos, e Luciano Giannatiempo, vicedirigente delle volanti.

Riavvolgiamo. Ecco il nastro dei fatti. Il cremonese, qualche tempo fa, si presenta alla casa gestita dal religioso per chiedere asilo. La struttura ha qualche posto per dormire, e il frate acconsente. Si accordano per un contributo di circa 300 euro al mese. L'uomo è molto gentile: offre subito due mensilità anticipate, 600 euro. Per due settimane vanno d'amore e d'accordo.

Entra in scena il complice. Il cremonese dice di avere un parente, palermitano, senza lavoro e senza fissa dimora. Chiede se sia possibile ospitare anche lui. Ancora una volta, il sacerdote non dice no. Il secondo uomo, però, disoccupato, afferma di non poter pagare. "Fa nulla per ora", risponde accondiscendente il religioso. E i due s'annidano nella casa.

Si dà il la al raggiro. Il cremonese dice di avere la madre molto malata: "Devo assentarmi per un po' - fa notare al frate -, sarebbe possibile avere indietro un po' dell'anticipo?". Detto fatto. Parte dei 600 euro se ne vanno. Secondo step. Il caso vuole che il sacerdote, nella struttura, abbia alcuni ospiti non troppo graditi. "Te li mandiamo via noi - dice stavolta il palermitano -, abbiamo conoscenze in questura". Altra balla.
  L'errore che tradisce i truffatori è una presunta spedizione dalle "poste di piazza Cittadella": non esistono  

La "questura" non interviene. Un finto dirigente, tra le altre cose, al telefono chiede al sacerdote di mandare come favore per il fasullo intervento altri soldi, 300 euro, al "povero" cremonese, per la malattia della madre, attraverso il siciliano. Il frate ancora una volta cede. Insospettito, però, dal fatto che la polizia non sia venuta a cacciare gli ospiti sgraditi, chiede conto al palermitano.

Quest'ultimo, messo alle strette, racconta di aver "spedito" il denaro dalle poste di piazza Cittadella. Il frate ha l'illuminazione. Le poste, in piazza Cittadella, non esistono. Chiama la polizia, quella vera, e finisce così l'avventura dei due truffatori. G.M., tra le altre cose, aveva già precedenti per reati contro il patrimonio. Per loro foglio di via da Piacenza di tre anni e denuncia per truffa in concorso tra di loro. 

Nella foto, da sinistra, Giannatiempo e Bax
 
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sfruttano il buon cuore di un frate: denunciati due italiani

IlPiacenza è in caricamento