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Cronaca

Accoltellamento in piazza, il ragazzo più grave: «Ho rischiato grosso, non vedo l'ora di riabbracciarvi»

«Siete tantissimi ad avermi scritto dimostrandomi il vostro affetto e amore. Ho rischiato grosso, è vero, ma ora sto bene. Non vedo l'ora di riabbracciarvi» parla il 25enne rimasto gravemente ferito il 27 dicembre in un accoltellamento in piazza Cavalli. Il presunto aggressore: «Mi sono difeso»

«Siete tantissimi ad avermi scritto dimostrandomi il vostro affetto e amore. Ho rischiato grosso, è vero, ma ora sto bene. Cercherò di rispondere a tutti. Siete stati fantastici, mi siete stati vicinissimo e non vedo l'ora di riabbracciarvi» è con questo messaggio collettivo su Whatspp che il 25enne, che sabato 27 dicembre ha rischiato di morire dopo essere stato accoltellato vicino al cuore in piazza Cavalli, si è rivolto alle centinaia di persone che in questi giorni gli hanno scritto decine e decine di messaggi di auguri e affetto. 

Il piacentino 25enne, ha rischiato di morire intorno a mezzanotte del 27 dicembre in piazza Cavalli, con lui altri tre amici, tutti rimasti feriti in modo più lieve, con fendenti in diverse parti del corpo. Il presunto aggressore, un 22enne residente in provincia, è stato denunciato e piede libero per tentato omicidio, lesioni e porto abusivo di coltello dalla polizia. Si era presentato in questura, domenica 28 dicembre, accompagnato dalla madre: in quel frangente aveva reso spontanee dichiarazioni agli inquirenti su quanto successo quella sera. 

Il ragazzo, al culmine forse di una lite per futili motivi all'esterno di un locale, pare che abbia estratto un coltello colpendo i quattro amici. Il 25enne versava in condizioni disperate e dopo essere stato portato in pronto soccorso a Piacenza è stato trasferito al Maggiore di Parma dove è stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico: il fendente aveva di poco sfiorato il cuore. Ora si sta riprendendo.  

Intanto, il 31 dicembre, in questura il presunto giovane aggressore, è stato interrogato, alla presenza del suo avvocato, Emanuele Solari, dal dirigente della squadra mobile, Salvatore Blasco. Il 22enne avrebbe dichiarato di essere stato minacciato e accerchiato e di essersi difeso, dopo un paio di pugni ricevuti, con un coltello. 

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