Accoltellato in viso per un debito di cento euro: già espulso non doveva essere in Italia
Non doveva trovarsi nemmeno in Italia perché era già stato espulso (con un ordine del questore) il tunisino di 28 anni accoltellato al volto e a una mano nella serata del 6 dicembre al Quartiere Roma. Anche l'amico era irregolare
Non doveva trovarsi nemmeno in Italia perché era già stato espulso (con un ordine del questore) il tunisino di 28 anni accoltellato al volto e a una mano nella serata del 6 dicembre. Ha precedenti per spaccio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, ricettazione, furto, rapina, rissa, lesioni e porto abusivo di oggetti atti all'offesa. Da quanto emerso fino ad ora conosceva il suo aggressore: la vittima e un amico egiziano (anch'egli irregolare e già espulso con precedenti per spaccio di droga, entrambi nullafacenti e senza fissa dimora) erano al bar Baraonda in via Colombo quando un secondo tunisino è arrivato in bici e ha chiesto al 28enne di seguirlo: dovevano parlare. L'egiziano è quindi rimasto al bancone, e i due tunisini si sono spostati, poi l'accoltellamento pare per un debito di 100 euro che la vittima aveva nei confronti del connazionale. L'aggressore è scappato, e il nordafricano, con il viso pieno di sangue, ha cercato e trovato aiuto in un senegalese che passava per caso a piedi e che ha avvertito l'amico rimasto al bar. E' stato portato in ospedale: ne avrà per venti giorni. E' stato interrogato a lungo dai poliziotti delle volanti insieme all'amico: insieme hanno ricostruito quanto accaduto. La lama ha provocato un lungo e profondo taglio alla guancia e anche uno alla mano: forse il tunisino ha cercato di difendersi, invano. Lui e l'amico sono a disposizione dell'Immigrazione per la loro posizione irregolare sul nostro territorio, mentre si sta ancora cercando l'aggressore.