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Cronaca

Accoltellò per gelosia il rivale in amore: condannato a 10 anni, ma è sparito

Protagonista un 27enne albanese di cui si sono perse le tracce: aveva colpito con un fendente un connazionale nel febbraio del 2012, all’interno di un bar in via Capra. Un gesto sconsiderato con l’obiettivo di farla pagare a quell’uomo ritenuto responsabile della fine della sua relazione sentimentale

Lo aveva accoltellato perché aveva pensato che fosse quell’uomo la causa della fine della sua relazione sentimentale. E così gli aveva sferrato una coltellata al ventre. Questa mattina, 24 aprile, l’imputato di tentato omicidio premeditato è stato condannato a dieci anni di reclusione. La difesa dell’uomo ha già preannunciato ricorso in Appello. Il pm Michela Versini aveva chiesto la condanna a sette anni, ma il Tribunale ne ha comminati 10.

Protagonista della vicenda è un 27enne albanese di cui si sono perse le tracce: aveva colpito con un fendente un connazionale nel febbraio del 2012, all’interno di un bar in via Capra. Un gesto sconsiderato con l’obiettivo di farla pagare a quell’uomo ritenuto responsabile della fine della sua relazione sentimentale. Il processo si è concluso davanti al collegio presieduto da Italo Ghitti e sono state fissate le date per ascoltare i testimoni. L’imputato era difeso dagli avvocati Elena Concarotti e Andrea Bazzani del Foro di Piacenza.

Secondo le accuse, il 27enne si era recato nel bar con l’intento di accoltellare il connazionale della stessa età. Dopo un lite, la vittima venne colpita con una coltellata all’addome e la lama penetrò per 3,5 centimetri. Soccorso, il giovane venne ricoverato in ospedale per alcuni giorni. In aula, i difensori di M.L. hanno sollevato alcune eccezioni perché il Colllegio giudicante era cambiato e andava iniziata di nuovo l’istruttoria. Inoltre, secondo i due legali, il processo era giù incardinato ed erano già stati decisi i testimoni da sentire e acquisiti alcuni documenti di cui le due toghe non erano a conoscenza.

Respinte le eccezioni, il processo è proseguito. Dopo la richiesta di condanna del pm Versini, la parola è passata alle difese. Prove labili, hanno sostenuto gli avvocati, e il ferito – ascoltato in aula – ha dato una versione dei fatti diversa da quella che aveva denunciato subito dopo l’accoltellamento.

Bazzani e Concarrotti hanno chiesto l’assoluzione oppure la derubricazione del reato in eccesso colposo di legittima difesa. La coppia di legali, dopo aver letto le motivazioni della sentenza, ha affermato che ricorrerà in Appello.

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