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Cronaca

Acquistati 50 nuovi treni per Expo, nemmeno uno per Piacenza

È ancora bloccato il progetto per un collegamento veloce Piacenza-Milano. Dosi, Trespidi e il presidente di Confindustria Bolzoni hanno spiegato le ragioni. Trespidi: «Basta ai carri bestiame, ci vogliono altri attori sensibili al progetto». Bolzoni: «I nostri 2700 pendolari viaggiano su treni del 1965»

«A oggi non è stato raggiunto ancora un risultato per noi soddisfacente, ma vogliamo proseguire: il terreno è pieno di ostacoli». Così il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, insieme al presidente della Provincia Massimo Trespidi e al presidente di Confindustria Emilio Bolzoni – il 9 ottobre in un incontro in Municipio - ha fatto un rendiconto degli ultimi sviluppi del progetto di collegamento veloce Milano Piacenza. Purtroppo la situazione pare essersi arenata nel balletto di proposte tra Emilia-Romagna e Regione Lombardia, con la prima che vedrà solamente a fine novembre l’insediamento della nuova giunta, e la seconda che ha cambiato per tre volte in tre anni l’assessore ai trasporti. Tutto questo a soli sei mesi da Expo, che doveva fare da volano al progetto piacentino di raggiungere in modo rapido e più facile – con un alzamento della qualità del servizio – Milano attraverso l’utilizzo del treno.

«Sarò drastico – è intervenuto il presidente di Confindustria Emilio Bolzoni - siamo a un momento determinante visto che mancano solo 6 mesi da Expo. Dobbiamo prendere decisioni subito, non siamo qui per rinunciare. È un progetto che è partito 3 anni fa. Expo è un evento catalizzatore per fare quelle cose che normalmente non si portano a compimento. Non stiamo chiedendo la luna, stiamo chiedendo di risolvere il pessimo collegamento con Milano. Siamo troppo lontani da Bologna - dove si sta costruendo una rete ferroviaria intorno alla città efficiente su standard europei - e troppo lontani da Milano (che è a soli 60 chilometri, ma c’è un chilometro in più del dovuto: se fossimo in Lombardia tutti questi problemi non li avremmo). Como, Varese, e pure Novara che è in Piemonte hanno questo servizio adeguato ai tempi. Se escludiamo le Frecce  - che hanno un costo elevato non alla portata di tutti - c’è addirittura un buco di due ore di treni. Trenord fa 20 corse in una direzione, 19 nell’altra, ma lo fa con 8 treni del 1965. Sono i treni più vecchi della società. Sono 2700 i piacentini che prendono il treno per andare a Milano. Ci hanno fatto tante promesse: in Lombardia si sono succeduti ben tre assessori ai trasporti in tre anni».

Bolzoni ha raccontato il corso delle trattative con le due regioni coinvolte. Il 21 luglio Dosi, Trespidi e lo stesso presidente di Confindustria a Bologna si sono visti illustrare un’offerta ritenuta poi positiva. «Ci proposero due treni nuovi da affittare, 35 minuti di percorrenza da Piacenza a Rogoredo, con una spesa di 2 milioni per la Provincia e un milione dalla Regione Emilia-Romagna. Il servizio era della durata di un anno e sarebbero stati sostituiti prima di Expo tutti i treni del 1965 con treni semi-vecchi o semi-nuovi più capienti nelle ore di punta. Avremmo firmato questa proposta immediamente, ma…»

«Invece lo scorso 1° agosto in Regione Lombardia – continua Bolzoni – ci hanno sostituito la proposta: 2 treni nuovi, con la stessa spesa, ma le corse in più erano 8 corse (4 di andata e 4 di ritorno), ma nessuna sostituzione dei treni vecchi, e il progetto riguardava solamente 6 mesi. Ci piaceva di più la proposta precedente, abbiamo chiesto di riformularne un'altra: invece è stata ribadita quella del 1° agosto. I piacentini non possono essere trattati in questo modo. Sui treni del 1965 ci saliranno anche gli ospiti di Expo. Sono stati acquistati 50 nuovi treni nuovi per Expo, nemmeno uno è previsto per la linea sud di Milano: la nostra. Ormai non c’è più tempo».

«È una lotta continua – ha esordito il presidente della Provincia Massimo Trespidi - non ci arrendiamo. Expo è una tale straordinarietà che non possiamo non coglierla. L’evento deve portare il miglioramento di questo collegamento che è fondamentale, ma non vogliamo che questo progetto sia solo uno spot: deve essere duraturo nel futuro, per portare un beneficio a tutti, visitatori e piacentini. Chiediamo più capienza, più velocità, più qualità, basta ai carri bestiame. Diamo una dignità ai nostri pendolari. Oltre 5mila persone potrebbero, con un servizio efficiente, usufruire il servizio. Se il progetto fosse quello originario la Provincia farebbe questo importante investimento. Dobbiamo continuare a dare battaglia, l’incontro di oggi vuol dimostrare che si può andare avanti. Qua c’è unità, bisogna che però si aggiungano altri attori, sensibili al progetto. Bisogna avere alleati in Lombardia tra i vertici di Expo, nel comune di Milano che diventerà poi città metropolitana. Devono capire che con il collegamento veloce non andremo a intasare le strade milanesi. Tutti devono diventare partner del progetto».

«Il progetto di luglio – ha ripreso nuovamente Bolzoni - era un compromesso, ma già un grande passo avanti. Dopo però è cambiato qualcosa in Regione Lombardia. Li pensavamo d’accordo, poi invece hanno cambiato decisione, non so se per decisione loro o di Trenord, non ci hanno fornito tante giustificazioni. Senza di loro è dura, i treni fanno un solo chilometro in Emilia-Romagna (il tragitto dalla stazione al ponte sul Po, nda). Gli attori da coinvolgere sono anche i futuri amministratori della Regione Emilia-Romagna. Ma ci chiediamo, davvero la stessa Expo vuol dare questa immagine dell’Italia? Far salire gli ospiti internazionali sui nostri treni del 1965?»

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