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Cronaca Ferriere

Addio a don Sandro Civardi, storico parroco di Ferriere

Aveva 84 anni, venne ordinato sacerdote il 15 giugno 1957. Dal settembre 2005 era parroco di Campremoldo sotto. E' stato anche un minatore, fotografo, imprenditore, maestro

E’ morto oggi pomeriggio, 9 gennaio, presso la Casa di cura Piacenza, dove si trovava ricoverato, don Sandro Civardi. Nato a Muradolo il 19 settembre 1933 era è stato ordinato sacerdote il 15 giugno 1957; nella chiesa parrocchiale di Muradolo domani sera, mercoledì nell’abitazione dei famigliari (strada cascina Ciregna, 7 – Muradolo), si terrà la veglia funebre; seguiranno le esequie giovedì 11 gennaio alle ore 11, poi la tumulazione nel vicino cimitero della frazione accanto ai genitori, al fratello Renato, alla zia Mercede, al nipote e ad altri famigliari. Nato a Muradolo di Caorso il 18 settembre 1933 ha compiuto gli studi nel seminario Urbano. Ordinato sacerdote il 15 giugno 1957 dall'allora Vescovo mons. Umberto Malchiodi, fu destinato, come "curato" alla parrocchia di Fiorenzuola. Trascorsi tre anni don Sandro accettò la difficile e impegnativa missione di servire una sperduta parrocchia di alta montagna: Castagnola. Il 18 settembre 1960, lasciando la gloriosa "topolino" nell'improvvisato garage situato sulla statale 586 di val d'Aveto, dopo Boscogrande, con lo zaino in spalla e tanto entusiasmo di fare, fece il suo ingresso in parrocchia, accompagnato da "Zia Mercede", l’angelo custode che ha sempre costituito per lui una guida, un aiuto per i momenti deboli, una mamma a cui confidare dolori e gioie: un insostituibile punto di riferimento per vincere in modo positivo le difficoltà della vita di ogni giorno. Zia Mercede rimane a fianco del nipote per 40 anni, sino agli anni duemila, quando scompare dopo breve malattia.

PRETE, MINATORE, FOTOGRAFO, IMPRENDITORE, MAESTRO

Senza mai dimenticare il ruolo che la formazione religiosa ha per la promozione della persona nel suo insieme, don Sandro capisce i bisogni urgenti della sua gente della parrocchia, primo fra tutti la necessità di costruire la strada di accesso alla frazione come mezzo per ogni forma di sviluppo. Si fa promotore della costituzione di un Consorzio miglioramento fondiario (assumendone la presidenza) per la costruzione di infrastrutture civili creando le condizioni perché la primaria opera sociale di collegamento stradale potesse realizzarsi. Per evidenziare la necessità dell'opera, organizza incontri nella frazione con i parlamentari dell'epoca. Per superare difficoltà burocratiche di conduzione della Cooperativa e realizzazione del tracciato stradale, don Sandro consegue personalmente il patentino di minatore. Assume in diverse occasioni posizioni nette a favore di determinate forze politiche e candidati sostenendo con rara vena oratoria il convincimento che la politica, praticata con onestà, è un mezzo per la promozione della persona e per la soluzione di diversi problemi. Sopperendo alle necessità della frazione, svolge anche il ruolo di fotografo, di insegnante, di istruttore di scuola guida: sa farsi carico dei bisogni della gente.

Con altri parroci della zona "inventa" e dirige il periodico interparrocchiale “Eco dei Monti” che cessa la pubblicazione con la sua partenza da Castagnola: periodico che rimane oggi una ricca pagina di storia della nostra montagna. Nel dicembre 1970 accetta la proposta del Vescovo mons. Manfredini e continua il suo impegno sociale in montagna a Ferriere. Nel salutare la nuova comunità, espone in modo chiaro le linee del suo apostolato: Ferriere, per la particolare posizione geografica si trova al bivio della sua storia: o ha la capacità di decollare o resterà fanalino di coda. E senza mezze misure impegna tutte le sue forze su problematiche di primaria importanza per lo sviluppo della zona. Favorisce l’aggregazione dei giovani che danno vita in canonica ad un Comitato locale per una nuova strada di fondovalle, scende in trincea per una battaglia a favore del “Piano neve” che vede contrapposto Ferriere ai naturalisti, supporta la nuova Pro Loco portando l’immagine di Ferriere oltre l’ambito locale, potenzia il notiziario locale trasformando lo stesso nel bollettino inter parrocchiale, “Montagna Nostra”, edito ancor oggi, - partecipando personalmente - alle scampagnate estive del “giovedì” per avvicinare i giovani alla montagna; favorisce la costituzione del “Gat” (Gruppo Attività Turistiche), formato dai villeggianti per dare un senso cristiano e ricreativo alle vacanze estive mediante l’organizzazione di alcune manifestazioni quali la spiedata alla foresta del Penna che ha raggiunto alcuni anni seicento partecipanti, feste in piazza come quella in onore dei nonni e la fiaccolata dal capoluogo al Santuario del Gratra. Appena un anno dopo il suo possesso della parrocchia, “inventa” il presepio vivente. Nel capoluogo dell’alta Valnure completa il suo impegno con interventi strutturali e artistici nella chiesa parrocchiale: ideatore e progettista del pavimento a mosaico nella chiesa, commissiona e segue la realizzazione di sculture in legno dell’artista Paolo Perotti raffiguranti Gesù in croce e le stazioni della via Crucis, commissiona e segue alcuni affreschi nell’abside centrale e in cappelle laterali, realizza l’elettrificazione delle campane e l’orologio sul campanile. Considerando esaurita la sua missione a Ferriere, domenica 10 novembre 1990, riceve il saluto dalla comunità, targhe ricordo e sceglie di scendere nella bassa Valtrebbia, a Rivalta dove "esporta" con successo anche l’idea del presepe vivente. Nel 2005, trasloca a Campremoldo Sotto, dove nell’ottobre del 2007 ricorda il 50° della sua ordinazione sacerdotale. Sul ricordino, fatto stampare a ricordo dell’avvenimento, don Sandro scrive: “Da Fiorenzuola, a Castagnola, a Ferriere, a Rivalta, a Campremoldo Sotto, ho conosciuto la Misericordia del Signore. Un grazie a tutti gli amici incontrati sui pascoli e una promessa di ricordarci nel segno della Fede”.

Cavaliere al merito della Repubblica

Con costanza, volontà e desiderio di imparare sempre cose nuove per meglio servire la sua comunità, don Sandro consegue dapprima la Licenza in Teologia presso l’Accademia Domenicana di Bologna e successivamente, nel 1985, concludendo il corso di psicologia presso la facoltà di magistero di Padova, si laurea discutendo una tesi sulle condizioni sociali della montagna e del montanaro: “Uomo – territorio – comunità, le problematiche del rapporto nell’esperienza dell’alta Valnure”. Il 2 giugno 1988 viene gratificato per meriti sociali acquisiti sul campo dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica. 

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