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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

«Al nostro fianco vogliamo sentire la voce degli uomini rispettosi delle donne»

Le operatrici e volontarie del Telefono Rosa di Piacenza scosse per la morte della 52enne Elca Tereziu, uccisa dal marito nella propria abitazione di viale Dante: «Tutte noi siamo vicine con il cuore alle persone che hanno amato Elea nel rispetto»

La tragedia familiare che si è consumata domenica 27 maggio a Piacenza ha fortemente segnate le donne impegnate nell’attività di Telefono Rosa, il centro femminile antiviolenza del nostro territorio. La morte di Elca Tereziu, 52enne moglie e madre, per mano del marito, il 57enne albanese Xhevdet Mehmeti, ha scosso la comunità piacentina. Al culmine di una lite, l'ennesima, l'uomo avrebbe afferrato un coltello e l'avrebbe colpita con almeno tre coltellate, poi è uscito ed è andato a costituirsi dai carabinieri. Vani i soccorsi chiamati dal figlio minorenne della coppia che ha trovato la madre in un lago di sangue in cucina: i sanitari del 118 non hanno potuto fare niente se non constatare il decesso, sul posto in pochi secondi anche i poliziotti delle Volanti. Si tratta dell'ennesimo caso di femminicidio nel nostro Paese. «Perfino noi operatrici – si sono sentite di scrivere le donne di Telefono Rosa Piacenza - che da ventidue anni siamo a fianco delle donne che subiscono violenza e che si rivolgono a noi, leggiamo le notizie di donne uccise quasi come aberrante abitudine quotidiana...A volte accade lontano da noi, a volte non così tanto lontano. Ora a casa nostra. Le parole non servono in questo momento; cosa si potrebbe dire? Perché le donne subiscono? perché non denunciano? Perché restano? Perché vengono perseguitate, picchiate, stuprate, uccise? Ora le parole di stupore, di orrore e di dissociazione, le lasciamo agli uomini tutti della nostra comunità cittadina; a quegli uomini che rispettano la propria donna, ne condividono una parte di percorso di vita, ne accettano i loro "si" ed i loro "no", espressione di pensiero, di autonomia e di libertà che così tanto spaventa ancora oggi, epoca di democrazia fortemente dichiarata. Una volta vorremmo sentire la loro voce al nostro fianco. Siamo stanche e addolorate.  Tutte noi siamo vicine con il cuore alle persone che hanno amato Elea nel rispetto. Da oggi il nostro lavoro ha trovato una drammatica spinta in più per continuare a lottare».

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