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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Lugagnano Val D'Arda / Via Roma

Alberi abbattuti sul monte Moria, la Procura apre un'indagine

Accertamenti da parte del Corpo forestale di Piacenza nel parco provinciale a Lugagnano. La vicenda ha subito un'accelerazione quando il sindaco Papamarenghi e l'avvocato Fantigrossi hanno presentato un esposto in procura contro una cooperativa

La procura ha aperto un fascicolo sull'abbattimento di alberi all'interno del Parco Provinciale del monte Moria. L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Emilio Pisante, vuole accertare se i lavori in corso ria siano stati eseguiti in modo regolare e se esistano le autorizzazioni. Per ora, il fascicolo è iscritto come "atti relativi", cioè senza una ipotesi di reato né indagati. Il Corpo forestale è stato incaricato di eseguire i primi accertamenti che poi confluiranno nel fascicolo e che permetteranno al magistrato di avere un quadro chiaro della situazione.

La vicenda ha subito un'accelerazione quando il sindaco di Lugagnano, Jonathan Papamarenghi, e l'avvocato Umberto Fantigrossi hanno presentato un esposto in procura contro una cooperativa, capofila di altre, accusata di aver abbattuto piante senza l'autorizzazione della Soprintendenza e con il solo assenso verbale dei proprietari dei terreni che si trovano nel Parco. Il giorno dopo, l'avvocato Fantigrossi aveva anche inviato una diffida, alla cooperativa, per sospendere i lavori, ripristinare lo stato dei luoghi e pagare gli eventuali danni provocati. Nel frattempo, ai carabinieri di Lugagnano erano arrivate le denunce di alcuni privati che si sono sentiti derubati dei loro alberi, tagliati a loro insaputa.I proprietari e i Comuni di Morfasso e Lugagnano fanno parte del Consorzio del Parco.

Il sindaco e il legale, inoltre, hanno spiegato che dietro a quei lavori - già prorogati due volte dalla Regione - c'è un ricco appalto pubblico di oltre 700mila euro e che il legname tagliato - su un'area di 94 ettari - non sarebbe solo per un'opera di pulizia, ma avrebbe un fine industriale. Dubbi questi sollevati in seguito anche dall'associazione Italia Nostra. E un dito è stato puntato anche contro la Provincia che avrebbe dato il primo via libera al progetto, un atto necessario per poter accedere ai contributi.

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