Alberi abbattuti sul monte Moria, si indaga per furto e danneggiamento
Il sostituto procuratore Emilio Pisante ha inserito i due reati nel fascicolo di indagine che, per ora, rimane contro ignoti, senza cioè alcun indagato. Intanto, prosegue il lavoro della Forestale, a cui sono state delegate le indagini
Furto e danneggiamento. Sono le due ipotesi di reato ipotizzate dalla procura all’interno dell’inchiesta sui lavori al Parco Provinciale del Monte Moria. Il sostituto procuratore Emilio Pisante ha inserito i due reati nel fascicolo di indagine che, per ora, rimane contro ignoti, senza cioè alcun indagato. Intanto, prosegue il lavoro della Forestale, a cui sono state delegate le indagini. Gli investigatori del Corpo forestale stanno acquisendo il materiale relativo alle autorizzazioni, alle sedici denunce presentate ai carabinieri di Lugagnano da alcuni proprietari di terreni all’interno del Monte Moria, e altra documentazione.
A far scattare l’inchiesta era stato un esposto presentato dal sindaco di Lugagnano, Jonathan Papamarenghi e dall’avvocato Umberto Fantigrossi. Nel mirino era finito il progetto del lavoro di pulizia avviato da una serie di cooperative all’interno del Parco. Secondo il sindaco e il legale, invece, sarebbero stati causati dei danni, con il taglio di piante sane, senza che i proprietari venissero avvertiti. Un punto, questo, su cui l’avvocato ha sottolineato come esistessero una quarantina di accordi orali stipulati all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, era stato fatto presente che le cooperative avrebbero beneficiato di un finanziamento di oltre 700mila euro, concesso dalla Regione. A dare il benestare al progetto era stata la Provincia, lo stesso Ente che, al termine dei lavori, dovrà eseguire un sopralluogo e dare il via libero a Bologna per il versamento del denaro, proveniente da fondi dell’Unione Europea.
