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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

All’ex Pertite rifiuti risalenti ad anni prima. E spunta anche un allarme attentati

Polo di mantenimento, al processo i testimoni della difesa. Dal terreno emerse scarti di lavorazione anche del 1981. Stabilimento nel mirino degli anarco-insurrezionalisti

Rifiuti sotterrati alla ex Pertite tanti anni prima della gestione Taddei e un allarme lanciato dai servizi informativi dell’Esercito sul rischio attentati al Polo di mantenimento pesante da parte di elementi legati agli anarchici insurrezionalisti. Un allarme che ha reso ancora più urgenti i lavori di pulizia delle sterpaglie nell’area vicino ai muri di cinta della ex Pertite. Una precauzione doverosa nel caso di lancio di molotov o incendi provocati ad arte.

Sono due aspetti emersi oggi, 17 gennaio, nell’udienza del processo che vede dieci persone (militari e autotrasportatori soprattutto) imputate, a vario titolo, di corruzione, falso e furto. Questa mattina, sono sfilati alcuni testimoni della difesa del generale Giuliano Taddei, direttore del Polo all’epoca dei fatti fra il 2002 e il 2006. Sottoposti alle domande dell’avvocato Giovambattista Maggiorelli, i testimoni hanno spiegato il loro ruolo. In tutti i casi è emerso che tutti conoscevano le due ditte di trasporti che operavano all’interno del Polo per il trasporto di rifiuti, la Barella e la Bellocchio, subappaltatrici della azienda principale, la Fagioli di Reggio Emilia.

Un chiarimento sugli scavi che vennero effettuati nel 2006, lo hanno portato il proprietario e un tecnico della Mcm, Paolo Manfredi e Alberto Sbarzellati. La ditta, specializzata in ecosistemi e monitoraggio di rifiuti, era stata chiamata per una consulenza dallo stesso generale. Dalle testimonianze è emerso che il terreno all’ex Pertite dove si è scavato era molto compatto, il che lasciava intendere che non vi fossero stati interramenti recenti. Sotto terra erano stati sepolti rifiuti di vario tipo, carte (archivi vecchi del Polo e dell’ospedale militare), metalli, pezzi di mezzi corazzati, risalenti a tanti anni prima, alcuni addirittura dal 1981. Tutto materiale scupolosamente annotato e catalogato. Anni, è stato sottolineato dai difensori, in cui Taddei e altri non avevano operato. Una querelle era nata su alcune bottigliette di acqua recanti un’etichetta molto recente. I tecnici hanno spiegato che a volte occorreva fare attenzione agli operai che gettavano le bottigliette vuote negli scavi.

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