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Cronaca

All'inceneritore bruciati 425 chili di hascisc, operazione senza precedenti a Piacenza

Sono stati bruciati all'inceneritore Iren di Borgoforte nella giornata del 7 luglio i 425 chili di hascisc sequestrati dai carabinieri del Nucleo Investigativo il 21 dicembre 2016 al casello di Piacenza Ovest

Sono stati bruciati all'inceneritore Iren di Borgoforte nella giornata del 7 luglio i 425 chili di hascisc sequestrati dai carabinieri del Nucleo Investigativo il 21 dicembre 2016 al casello di Piacenza Ovest. I militari hanno trasportato il maxi carico di droga nella struttura dove è stato bruciato, senza nessuna emissione, in quattro ore. Un sequestro senza precedenti per il nostro territorio e la più grande quantità di stupefacente mai bruciato in una giornata. Per permettere l'operazione occorre che il "forno" raggiunga i 700 gradi: questo fa sì che nell'atmosfera non ci sia nessuna emissione.  Una volta avuto il nulla osta del magistrato Roberto Fontana si è proceduto all'incenerimento totale. La droga era stata stoccata ed erano state fatte tutte le campionature come prevede la legge. Alcuni grammi sono stati conservati ai fini giudiziari e processuali e sono custoditi nell'Ufficio dei corpi di reato, il resto, è stato trasformato in energia. 

Il 21 dicembre 2016 alle 22 i carabinieri dell'Investigativo, guidati dal maggiore Massimo Barbaglia avevano fermato un furgone di proprietà di una azienda piemontese, appena fuori dal casello di Piacenza Ovest. A bordo marito e moglie: lui 61enne di Nichelino (Piemonte) e pregiudicato, lei 47enne romena. Alla vista del posto di controllo l'uomo aveva iniziato a sbandare visibilmente spaventato ed era stato immediatamente fermato.  I carabinieri quando avevano aperto il portellone si erano trovati davanti decine di scatoloni con all'interno, perfettamente sigillati, altri contenitori più piccoli che contenevano in tutto 425 chili di hascisc. Nello specifico si trattava di 370 panetti da un etto l'uno in confezioni da un kg e 51 kg di ovuli. I panetti erano marchiati con due scritte "lg" e "boss" e con l'immagine di uno scorpione. Il valore del carico si aggirava attorno ai 4 milioni e mezzo di euro per circa 850mila dosi.

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