«Alle fermate dei bus al Cheope gli studenti si assembrano comunque»
«Una piccola frangia della mole di studenti al Cheope mentre attendono l'arrivo degli autobus. Una piccola mole, anzi, perché vi assicuro che il Cheope è affollato come ogni anno e che l'utilizzo delle mascherine non viene rispettato. Non vengono rispettate le distanze tra le persone, in luoghi aperti e sugli autobus. Alcune classi, ad esempio dell'alberghiero (scuola da cui provengo), hanno riscontrato positività in alcuni alunni e per questo hanno indetto una quarantena di 14 giorni per gli alunni delle classi in cui si presenta il positivo. La domanda è: che senso ha una quarantena di ogni singola classe in modo sfalcato quando all'entrata e all'uscita da scuola gli studenti sono obbligati a creare assembramenti per tornare a casa? Obbligati, sì, perché non ci sono autobus e che si voglia o no, si esce tutti allo stesso orario e chi esce prima, anziché tornare a casa, aspetta l'amico dell'altra classe o dell'altra scuola. Ci sono studenti che lavorano, studenti che abitano con i genitori, con i nonni, con i fratelli più piccoli. L'Italia non funziona e se ne hanno le prove. Ah, aggiungo che questa foto l'ho scattata in presenza di vigili che multavano macchine in divieto di sosta anziché "accorgersi" dell'assembramento (divieto attuato a causa del covid per evitare morti e disagi economici, ricordiamo)».
Lettera firmata