Allegri: sulla moria di pesci nel Trebbia, si evitino allarmismi
Moria di pesci sabato scorso nelle acque del Trebbia, a poche centinaia di metri da Marsaglia. Il comune, unitamente al municipio di Bobbio, ha disposto il divieto di pesca e balneazione, in attesa degli accertamenti dell'Arpa. L'assessore all'ambiente Allegri: “evitiamo allarmismi”
Redazione
14 luglio 2009 09:32
Sabato scorso erano stati ritrovati numerosi pesci morti in un'ansa naturale del Trebbia nei pressi di Marsaglia. A scopo precauzionale e per consentire gli opportuni rilievi da parte di Arpa e Ausl, i comuni di Bobbio e di Marsaglia hanno istituto il divieto di pesca e di balneazione nel fiume.
“Nessun facile allarmismo, ma cautela e premura in attesa del responso delle analisi compiute dagli enti competenti”. Questa la posizione dell'assessore provinciale all'ambiente Davide Allegri, espressa in un comunicato di ieri sera.
Il Trebbia, come del resto gli altri fiumi, sono costantemente monitorati nei mesi estivi. Nel 2008, le misurazioni degli organismi di controllo hanno registrato una presenza di batteri inferiore ai limiti stabiliti dalla legge 116/2008. Se la presenza di microrganismi come enterococchi o escherichia coli dovesse eccedere i limiti consentiti, i bagnanti potrebbero accusare gastroenteriti o coliti.
In realtà, come ha riportato alla fine del mese scorso il Corriere Padano, “secondo la normativa regionale nessun punto del fiume Trebbia è balneabile così come non lo sono tutti i corsi d'acqua dell'intera Regione. L'Emilia Romagna garantisce, infatti, la balneazione solo per le acque costiere, tant'è che tutti i sindaci hanno emesso ordinanze di divieto di balneazione nei territori comunali dove sono presenti corsi d'acqua”.
Restano però le analisi dell'Agenzia regionale per l'ambiente e delle Ausl: tre volte durante i mesi estivi. Sembra, tuttavia, come riporta lo stesso Corriere Padano, che i “controlli sulla qualità igienica del Trebbia, nulla hanno a che vedere con la conformità delle acque ai requisiti di balneazione”.
“Nessun facile allarmismo, ma cautela e premura in attesa del responso delle analisi compiute dagli enti competenti”. Questa la posizione dell'assessore provinciale all'ambiente Davide Allegri, espressa in un comunicato di ieri sera.
| La piscina naturale è molto frequentata dai bagnanti ma bisogna evitare inutili allarmismi |
Il Trebbia, come del resto gli altri fiumi, sono costantemente monitorati nei mesi estivi. Nel 2008, le misurazioni degli organismi di controllo hanno registrato una presenza di batteri inferiore ai limiti stabiliti dalla legge 116/2008. Se la presenza di microrganismi come enterococchi o escherichia coli dovesse eccedere i limiti consentiti, i bagnanti potrebbero accusare gastroenteriti o coliti.
In realtà, come ha riportato alla fine del mese scorso il Corriere Padano, “secondo la normativa regionale nessun punto del fiume Trebbia è balneabile così come non lo sono tutti i corsi d'acqua dell'intera Regione. L'Emilia Romagna garantisce, infatti, la balneazione solo per le acque costiere, tant'è che tutti i sindaci hanno emesso ordinanze di divieto di balneazione nei territori comunali dove sono presenti corsi d'acqua”.
Restano però le analisi dell'Agenzia regionale per l'ambiente e delle Ausl: tre volte durante i mesi estivi. Sembra, tuttavia, come riporta lo stesso Corriere Padano, che i “controlli sulla qualità igienica del Trebbia, nulla hanno a che vedere con la conformità delle acque ai requisiti di balneazione”.
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14 luglio 2009 09:32
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