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Fioruzzi (Pontenure): «Mi è arrivato in casa un torrente il tempo di guardare il campo e il boschetto davanti all’abitazione e avevo l’acqua alla cintura»

Mario Nicollini possiede i campi in località sant’Antonio a Trebbia ed ha avuto danni ai terreni. Dichiara preoccupato: «L’argine che protegge i miei campi si sta erodendo a vista d’occhio, se non interveniamo avremo presto un’altra tragedia annunciata. Il Trebbia in questa zona non ha rotto alcun argine, ma per la prima volta è uscito dalla golena. Ho 54 anni, sono nato lì, e non ho mai visto una cosa simile. Se si allaga l’abitato di Case Rocco sarà un altro disastro». 

«E’ accaduto tutto nella manciata di qualche ora - racconta Alessandra D’Aragona che con la famiglia gestisce l’azienda Croara Vecchia - abbiamo saputo che sono stati avvisati i comuni, mentre noi non siamo stati allertati. Siamo riusciti a trarre in salvo i cavalli che erano nella parte sottostante della nostra scuderia, il più basso aveva già l’acqua alla gola. Abbiamo avuto danni alle coltivazioni ma soprattutto ai tre maneggi che ora sono ricoperti da uno spesso strato di melma. Dovremo attendere giorni perché si asciughi per asportarla sperando che sia rimasto qualcosa del suolo tecnico sottostante. Il fiume ha portato via anche le barriere e gli ostacoli. Questo, per noi, oltretutto, è il periodo di alta stagione e di grande utilizzo dei maneggi esterni, avremo quindi ulteriori danni. Fortunatamente abbiamo tratto in salvo tutti i cavalli. Resta la grave mancanza della mancata allerta».

Danni enormi anche a Pieve Dugliara dove i campi sono stati sommersi: «Mia madre ha sentito un rumore fortissimo – spiega la titolare dell’azienda agricola Caminati Nicoletta - abbiamo i campi che lambiscono il Trebbia: sono diventati dei laghi. La casetta con il pozzo per l’irrigazione è stata sommersa: con tutta probabilità sarà bruciata la pompa ma non possiamo ancora verificarlo perché ci sono oltre 20 centimetri di fango. L’ondata immensa del Trebbia ha inabissato i nostri campi, ma abbiamo realizzato di aver avuto danni solo in un secondo momento, perché siamo subito corsi sulle rive di Rivergaro a dare una mano al comune che ci ha chiamati chiedendo aiuto». 

A Grazzano Visconti a far paura è stato il Nure. Moia Gianmarco, dell’azienza agricola Almo, racconta: «I campi sono enormemente danneggiati, l’acqua è passata a venti metri dalla stalla. Siamo stati svegliati anche noi da questo boato mai sentito prima. La mia famiglia è su quei terreni da duecento anni. E’ stata una cosa incredibile. Quando siamo scesi abbiamo visto le onde e le piante rotolare sui campi. Abbiamo tanti danni, ma siamo vivi». 

«Mi è arrivato in casa un torrente - spiega Alberto Fioruzzi del palazzo "Il Passerino" a Pontenure – il tempo di guardare il campo e il boschetto davanti all’abitazione e avevo l’acqua alla cintura. Siamo a quasi 800 metri dal greto del fiume: un evento simile non è mai successo, almeno negli ultimi 150 anni. Si è riempita la cantina e in casa avevamo 40 centimetri d’acqua. Voglio ringraziare i volontari della protezione civile che con tanta volontà, attrezzature valide e competenza sono riusciti a pompare fuori oltre mille metri cubi dalla cantina sommersa. Ovunque ci sono alcuni centimetri di fango che non so come faremo ad asportare. Probabilmente l’unica soluzione sarà quella di impiegare una ruspa. Nella sfortuna sono già stato graziato: questo è ancora poco rispetto a quanto successo nella zona vicina di Borgetto e nelle zone ancora più colpite. Non era mai accaduto, però è successo, quindi dobbiamo prenderne atto e chiediamo alle istituzioni di prendere gli opportuni provvedimenti che tengano conto della mutata situazione, sia essa imputabile alla gestione del fiume o ai cambiamenti climatici».  

Campi alluvionati di Almo a Grazzano alluvione 2015-2

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