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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Alpino sulla carrozzina dopo l'attentato in Afghanistan: «Rifarei tutto»

L'Ansa ha intervistato il primo maresciallo Luca Barisonzi, ferito nel 2011 w presente in piazzale Libertà all'adunata nazionale degli alpini e che ha ricevuto il saluto del ministro della Difesa

Dal 18 gennaio 2011, quando fu ferito in un attentato in Afghanistan, non ha più potuto camminare. Ma se glielo chiedi, se lo rifarebbe, se si rimetterebbe quella divisa che gli ha cambiato la vita, risponde con un sorriso che rivela tutti i suoi 23 anni: «rifarei tutto, solo toglierei la morte di Luca, ma rifarei tutto. Questo e' il mio destino». Luca è Luca Sanna, morto nel 2011 in un attentato vicino a Bala Murghab in Afghanistan dove era in missione. E chi parla è Luca Barisonzi, che nello stesso attentato fu ferito, e che oggi ancora orgogliosamente porta la penna nera. Per questo non ha voluto mancare alla sfilata che ha concluso la Adunata Nazionale degli Alpini, a Piacenza. Il ministro della Difesa Mario Mauro l'ha voluto salutare appena è arrivato alla parata. «Mi ha detto che verrà a trovarmi» ha raccontato poi l'alpino intervistato dall'Ansa.

Al primo maresciallo, ancora in servizio nel ruolo d'onore, l'Associazione Nazionale Alpini ha costruito a proprie spese in meno di un anno una casa completamente domotica, a Gravellona Lomellina, nel Pavese, dove ora l'alpino abita con la sua fidanzata. Li' ogni cosa si comanda con la voce, e Luca ci potrebbe vivere anche da solo, senza bisogno di aiuto. «Ero in missione in Afghanistan - ha raccontato il sottufficiale all'Ansa - il 18 gennaio 2011 ho subito un attentato. Hanno aperto il fuoco contro di noi, e il mio collega Luca Sanna è morto. Sono rimasto tetraplegico».

«Oggi sono ancora felicemente in servizio - racconta - credo ancora in tutti i valori e negli ideali per cui sono diventato alpino. Credo fermamente nella libertà, e nel fatto che col nostro contributo possiamo aiutare a mantenerla nel nostro Paese». L'ha imparato proprio nel paese che ha segnato la sua vita: «L'Afghanistan mi ha insegnato quanto siamo fortunati. Purtroppo non ce ne rendiamo conto di quanto lo siamo. Non ci rendiamo conto di qual è il valore della libertà»
(Fonte Ansa)

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