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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

«Alzati e combatti. Non morire per loro». Ecco l'appello contro la violenza sulle donne

Ha avuto successo l'incontro del pomeriggio dell’8 marzo alla biblioteca Passerini Landi, sul tema "Relazioni manipolatorie e violenza psicologica", grazie soprattutto ad alcune testimonianze di donne vittime di violenza, raccolte dalla Polizia Municipale e diffuse anche con l'obiettivo di incoraggiare altre persone a denunciare abusi e maltrattamenti subiti. 
In particolare la lettera di Amira (che nella sua lingua significa "Regina") - letta ieri in sala dall'assistente di Polizia Municipale Manuela Argentieri - e l'appello di un'altra ragazza rivolto a tutte le donne per esortarle ad avere fiducia in se stesse e a trovare la forza di reagire, di non accettare soprusi e aggressioni. E ancora le testimonianze di una madre e di una figlia che hanno raccontato, dai rispettivi punti di vista, la storia di sopraffazione e violenza di cui quest'ultima è stata vittima.

Ecco la lettera di Amira
“Finalmente sono tornata al mare e mi sono immersa nell’acqua, non ci ero più stata da quella volta perché il mio “carceriere” diceva che era un peccato. Mentre il sole riscaldava il mio viso e la brezza accarezzava i miei capelli, mi sono sentita parte di quel tutto, io ero il mare. Ho persino bevuto l’acqua salata e mi è sembrata dolce. 
L’augurio migliore che posso fare a tutte le donne è quello di riuscire a vivere in serenità. Quando vivevo con lui mi svegliavo la mattina pensando “Cosa devo fare?” “Come sarà lui oggi?”  Come devo comportarmi?”, sentivo il battito del mio cuore accelerato per la paura. Oggi, quando mi sveglio, le mie domande sono “Prendo il tè o il caffè?”, mi preoccupo per il lavoro, per la scuola, per la casa, finalmente mi occupo di me stessa e non provo più quello stato di agitazione e di paura. Ho capito che quando non si  avverte  più la necessità di essere liberi, è allora che lo siamo veramente.
Oggi è la festa della donna, ricordo che  il primo anno di libertà ho ricevuto tre mazzi di mimosa, quel fiore che mi piaceva tanto , che prima vedevo solo in pubblicità e che desideravo.
Le donne sono come dei fiori, ognuna ha il suo sapore, la sua bellezza, la sua delicatezza e il suo profumo, non abbiate paura, uscite, fiorite e non permettete a nessuno di farvi appassire. Quando non avvertirete più la necessità di essere libere, sarà allora che lo sarete veramente”.

Ecco l’appello rivolto a tutte le donne
“Non sei più cosciente quando capita proprio a te.
Ci sei dentro quando pensi che sei sbagliata tu e quando pensi di aver sbagliato tutto .
Perché il confine è sottile , tra perdere la dignità e farti seppellire di insulti ogni sera, e nel peggior dei casi, anche farti riempire la faccia di pugni, quando speravi di trovare conforto e abbracci dalle mani del tuo uomo.
Fanno schifo.
Null'altro da dire.
Ti senti un'ombra, ti senti senza forze, e subisci perché è giusto così !! Lui continua a dirti che non vali nulla, ma davvero non c'è vita oltre a questo?
La confusione è il peggior nemico.
Credimi è un attimo!!
Credi che sia giusto tutto ciò, la tua immagine riflessa con l'occhio nero e la guancia rossa è frutto tuo!! Ma non è così!!!!! Non è colpa tua...
Non morire lentamente così.
Qui inizia la fine.
Datti ancora una possibilità.
Questi uomini li paragono a vampiri di energie: tu servi a loro si nutrono tramite te!!
Da soli sono persi.
Tanto poi incontreranno uno più forte di loro durante il loro cammino, uno più violento di loro!
Alzati e combatti, non morire mentalmente per loro!”

8 marzo alla Passerini Landi

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