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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ambrogino d'oro: scoppia il caso Poggi, il giornalista piacentino arrestato per droga e poi scagionato

Dopo la nomina tra i premiati del prestigioso premio milanese, è emersa la vicenda dell'arresto nel 2008 del piacentino: fu trovato con cocaina in auto. Poi venne stabilito che era per consumo personale. Ma intanto è scoppiata la polemica

Consumare cocaina non è educativo ma, allo stato delle cose, non è un reato. Cosa succede se un premiato per l'Ambrogino d'Oro è stato coinvolto in una vicenda di droga, sebbene questa si sia alla fine risolta in un nulla di fatto? Tra i corridoi di Palazzo Marino la domanda serpeggia in questi giorni, visto che il giornalista di origine piacentina Vladimiro Poggi - 43enne attualmente a Telecolor e Telereporter - nel 2008 era stato arrestato dai carabinieri piacentini che gli avevano trovato sette grammi e mezzo di cocaina in auto. La vicenda aveva fatto un certo scalpore a Piacenza, dove Poggi è molto conosciuto. In quel momento, fra l'altro, il giornalista era anche assessore alla sicurezza e alla cultura del Comune di Caorso e, in passato, era stato consigliere comunale del capoluogo di provincia. Subito dopo la scarcerazione decisa dal gip, Poggi si era dimesso dalla carica di assessore ed era tornato in tv a tempo pieno.

La candidatura all'Ambrogino è stata avanzata dalla Lega Nord e convalidata dalla speciale commissione che, appunto, si occupa di nominare i premiati ogni anno. La cerimonia è prevista per il 7 dicembre al Teatro Dal Verme come di consueto ma, non appena è spuntata la vicenda del 2008, qualcuno chiede che il premio a Poggi venga revocato. Cosa che, per regolamento, a questo punto può fare soltanto il sindaco Giuseppe Sala, intervenendo direttamente. Non ci si ricorda, a memoria, un caso simile.

Ambrogino a Poggi arrestato per droga, la politica si divide

La politica si è ovviamente divisa. In imbarazzo il presidente del consiglio comunale, Lamberto Bertolé, del Partito Democratico, che parla di «altre riflessioni» che avrebbero fatto i componenti della commissione se quell'arresto fosse venuto alla luce prima della nomina a premiato. Cosa, questa, che però non convince del tutto. Da un lato basta aprire Google e digitare nome e cognome del giornalista per ritrovare l'episodio (e non solo ora, anche prima della premiazione). Dall'altro lato, lo ripetiamo, Poggi è una persona nota e non pochi erano a conoscenza dell'episodio in questione.

Alessandro Morelli, capogruppo leghista a Palazzo Marino, difende invece la candidatura (da lui stesso avanzata) e la scelta della commissione di premiare il giornalista: «Fa bene il suo lavoro e le sue trasmissioni sul degrado a Milano sono molto utili. Quella vicenda è un errore di gioventù, non si tratta di un trafficante di cocaina». Già, le trasmissioni: tra quelle condotte da Poggi (e realizzate con alcuni inviati sul campo) c'è "Milano Trash", che mostra con le telecamere molte situazioni di degrado milanese, dalle case occupate abusivamente agli stanziamenti dei disperati, e qualcuno mette in dubbio la coerenza.

C'è però una riflessione da fare. Per quanto risulta, Vladimiro Poggi è stato sì in carcere un paio di giorni, perché considerato spacciatore dai carabinieri che lo avevano sorpreso con la cocaina, ma poi la sua posizione è stata derubricata a semplice consumo di droga (e per questo Poggi è stato segnalato in prefettura, come prevede la legge). Siamo quindi di fronte ad un uomo la cui unica colpa, dal punto di vista giudiziario e dell'ordine pubblico, è quella di essere stato "beccato" con cocaina per consumo personale.

Senza peli sulla lingua, ci viene spontanea una domanda: siamo proprio sicuri che, dacché esiste l'Ambrogino d'Oro, nessun altro premiato  fosse a sua volta consumatore di droga o emblema di altri comportamenti giudicati "scorretti" dal punto di vista "morale", con virgolette d'obbligo? Si dirà: d'accordo, ma qui c'è l'evidenza pubblica di un arresto. E dunque? E' così riprovevole il consumo di cocaina soltanto perché è diventato "pubblico"? Domande che presumibilmente si porrà anche Sala, a questo punto. L'unico, come si è detto, che potrebbe revocare il premio a Poggi.

Massimiliano Melley per "Milano Today"

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