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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Anche Piacenza rende omaggio alle “Madri della res publica”

Esposti sulla facciata di Palazzo Gotico tre pannelli dedicati ad altrettante donne che sono state importanti e rappresentative per l’impegno politico e civile sul territorio, anche in quanto prime consigliere comunali elette democraticamente nel 1946

Sono stati esposti sulla facciata di Palazzo Gotico tre pannelli dedicati ad altrettante donne che sono state importanti e rappresentative per l’impegno politico e civile sul territorio, anche in quanto prime consigliere comunali elette democraticamente nel 1946.

Alla presenza dell’assessore alle Pari Opportunità Giulia Piroli, verranno sono stati apposti in piazza Cavalli i ritratti di Medina Barbattini e Rita Cervini, prime donne entrate a far parte dell’assise cittadina dopo la legge sul suffragio universale. Accanto a loro, l’immagine di Giuseppina Buttafuoco, partigiana, prima donna nominata dal Comitato di Liberazione nazionale di Piacenza in seno al Consiglio comunale provvisorio, nel 1945.

L’iniziativa rientra nel progetto regionale “Madri della res publica”, che l’assessorato alle Pari Opportunità dell’Emilia Romagna ha promosso in collaborazione con l’Assemblea legislativa regionale e il Centro Documentazione Donna di Modena, dando vita a una mostra fotografica diffusa nello stile della Land Art: una serie di gigantografie in bianco e nero campeggeranno quindi sui palazzi istituzionali delle Amministrazioni aderenti , il cui elenco – completo di tutte le immagini e brevi biografie delle protagoniste – è consultabile sul sito https://parita.regione.emilia-romagna.it . 

LE BIOGRAFIE

RITA CERVINI  (17/5/1902 - 24/5/1975).

PRIMA DONNA IMPEGNATA IN POLITICA – Ha messo a frutto la fede seminata dalla sua famiglia profondamente cristiana, dimenticandosi di sé, dedicandosi ai piccoli  malati, raccogliendo fiducia e riconoscenze.

Svolse la sua attività a lungo nelle file del CIF, movimento di cui fu fondatrice a Piacenza nel 1945, assieme a Teresa Minoja e Giuseppina Coppellotti,  segretaria per molti anni, Vice Presidente e  Presidente dal 1965 al 1972, lasciando tracce profonde. Fu la prima donna eletta nel Consiglio comunale nell’aprile del 1946 ed ancora oggi è ricordata per le numerose iniziative promosse a favore del mondo femminile, delle famiglie disagiate e dei soggiorni estivi per i bambini.

IN AIUTO DELLE MONDINE - Nel 1948 fu nominata Vice-presidente del Comitato provinciale della Commissione nazionale italiana per l’appello delle Nazioni Unite a favore dell’infanzia. Si occupò tra l’altro, dell’assistenza ai profughi del Polesine e alle mondine che stagionalmente si recavano nelle risaie. Attività che proseguì fino ai suoi ultimi giorni. Con grande passione civile si impegnò per istruire ed aiutare le donne nell’esercizio del diritto di voto, a loro concesso per la prima volta: un’opera di sensibilizzazione che condusse instancabilmente anche nelle frazioni più sperdute.

MEDINA BARBATTINI in NOVI nata a Settima di Gossolengo (PC) il 5/4/1923 – Fino all’8 settembre 1943 lavora presso l’Arsenale Esercito di Piacenza da dove si licenzia per non collaborare con i tedeschi e per dedicarsi completamente alla Resistenza. Diventa staffetta porta-ordini presso la 38a Brigata SAP – collabora con Alfredo Borotti ( fucilato il 21/3/1945 ) e Remo Polizzi ( Venturi ) di Parma. E’ chiamata a far parte del CNL di Piacenza. Arrestata il 28/8/1944 e sottoposta a interrogatori e torture nel carcere di Piacenza dallo stesso capitano Zanoni capo dell’UPI. Inviata nelle carceri di Parma e Verona e trasferita nel Lager di Bolzano ( dove conoscerà il dr. Gaetano Lecce anch’esso internato in Germania ). Deportata in Germania con il trasporto su carro bestiame blindato del 5/10/1944 con altre 113 prigioniere  giunge l’11/10  nel lager femminile di Rawensbruck – 70 km a nord di Berlino - Le verrà assegnato il numero di matricola( il numero d’ingresso al campo ) 77321  su triangolo rosso con la scritta IT ( deportata politica italiana ). Trasferita in novembre a Neubrandenburg ( Rawensbruck ).

Solo poche frasi dalla sua testimonianza rilasciata all’ANED di Milano:

     ” Si lavorava all’aperto sotto i morsi del gelo per dodici ore  al giorno ( opere di sboschimento, sterrammento, costruzione di rotaie per il trasporto di vagoni carichi di sabbia ,mattoni, ecc.)

  Le deportate cadevano a terra per non rialzarsi più.  Il freddo ,la fame, la sete, la stanchezza, il sonno, gli interminabili appelli contribuiscono all’annientamento della personalità su cui le SS fanno  leva per ridurre le deportate nella più totale condizione di schiave.  E poi ... la paura delle punizioni, pressoché quotidiane, il trasporto nero, le selezioni , le camere a gas . Eppure si sperava sempre e gli episodi di solidarietà e gli atti di coraggio furono innumerevoli fra le deportate politiche.”

Il 29 aprile 1945 le deportate sono fatte evacuare dal campo a causa dell’avanzata alleata e costrette a camminare incolonnate per cinque- la così detta “ marcia della morte “. Molte muoiono o sotto il fuoco dei bombardamenti alleati o per le raffiche dei fucili delle SS o per gli stenti e la denutrizione (in media le deportate pesano 30/35 Kg. ). A seguito di un pesante bombardamento vengono abbandonate  dalle SS alla periferia di una città in fiamme e con altre cinque compagne è aiutata a sottrarsi a nuova cattura da un gruppo di Internati Militari Italiani. Riesce a rientrare in Italia il 28/8/1945, esattamente un anno dopo il suo arresto. Aveva solo 22 anni. Le sofferenze inaudite sofferte in quell’inferno chiamato lager minano per sempre la sua salute (una grave forma di asma la perseguiterà per tutta la vita); non certo il suo spirito che rimane forte e fermo per tutta la vita. Nonostante la malattia, nel marzo 1946 viene eletta consigliera comunale nelle file del PCI; altra donna eletta fu Rita Cervini,democristiana, con la quale instaura uno stretto legame di stima e collaborazione, soprattutto nell’ambito assistenziale alle vedove e ai bambini orfani . Collabora insieme a Pina Buttafuoco, Luisa Vaccari, Carla Bonatti ,Nanda Montanari all’UDI – UNIONE DONNE ITALIANE.

Per motivi di salute si ritira a vita privata, nel 1952 si sposa e ha una figlia. E’ insignita della Croce al merito di Guerra e della Medaglia d’Onore della Presidenza della Repubblica nel giugno 2012, medaglia che non avrà la gioia di vedersi consegnare in quanto muore un mese prima, esattamente il 1 maggio 2012. Non ha mai dimenticato le sue compagne di prigionia. Soleva dire “ Perdonare, ma non dimenticare, vigilare affinché gli errori che portarono a quelle atrocità non debbano mai più ripetersi”.

Giuseppina Buttafuoco (16/10/1915-20/04/1988), partigiana, fu la prima donna nominata dal Cln (Comitato liberazione nazionale) di Piacenza all'interno del Consiglio Comunale provvisorio del 1945.

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