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Cronaca Podenzano

I tanti amici, il mondo del calcio e la Valnure piangono il “Cavo”

Andrea Cavanna se ne è andato a 30 anni dopo essere stato travolto con la sua auto a Podenzano, il paese dove è cresciuto. Calciatore nei dilettanti, giocava nel San Giuseppe. Il ricordo: «Era innamorato della vita»

Una manovra che avrà fatto chissà quante volte per tornare a casa o spostarsi. Ma questa volta è risultata fatale. Era da poco passata la mezzanotte del 13 febbraio quando il giovane Andrea Cavanna è stato travolto a Podenzano da una Bmw 320 station wagon guidata da un ventenne, che sopraggiungeva sulla Statale 654. Il tremendo impatto ha sbalzato fuori dall’abitacolo il trentenne. Da subito sono parse molto gravi le sue condizioni, in primis ai tanti che sono accorsi fuori dal locale a vedere cosa fosse successo. Trasportato in elisoccorso all’ospedale di Parma, per lui non c'è stato niente da fare: in queste ore è stato constatato il decesso.

CHI ERA ANDREA, "IL CAVO"

La scomparsa di Andrea Cavanna getta nello sconforto la famiglia, molto conosciuta in tutta la Valnure. Il padre Luigi, veterinario, alla fine degli anni ’80 è stato sindaco di Farini per un mandato e poi amministratore pubblico a Podenzano. I Cavanna infatti provengono dal farinese: i nonni di Andrea gestivano un’osteria nella frazione di Boli. Il fratello Stefano da molti anni è impegnato nell’associazione agricola “Coldiretti” ed è il direttore di “Condifesa”. Andrea lascia anche la mamma Giovanna e la sorella Paola. La famiglia ha sempre vissuto a Podenzano, dove Andrea era cresciuto e aveva tanti amici, che ora sono sotto choc per quantoAndrea Cavanna successo. Alcuni erano all’interno del locale quando il tragico incidente è avvenuto. Tanti, già dalla giornata di ieri, non riescono a darsi pace per la sorte che il destino gli ha riservato.

Laureatosi in Economia all’Università di Parma, il trentenne - conosciuto anche come "il Cavo" - lavorava da un paio d’anni per conto della Mitsubishi Electric, dopo alcune esperienze. Oltre alle tante amicizie instaurate tra Podenzano e Farini - frutto del suo carattere aperto e socievole - la sua grandissima passione per il calcio lo ha portato a giocare in diverse società dilettantistiche della nostra provincia. Cresciuto nella Valnure, nel San Giuseppe e nel Bettolaspes, ha poi giocato nella Libertaspes, Vigolzone, Podenzano, River, Pontenurese. Attualmente era nelle fila nel San Giuseppe, in seconda categoria. Mancino, centrocampista, ala ma anche trequartista, non rinunciava a partecipare anche ai tanti tornei estivi del Piacentino ed era tifoso del Milan. Ma Andrea era uno sportivo a 360° e si cimentava in più discipline, anche se il "pallone" rimaneva sempre al primo posto. 

IL RICORDO DEGLI AMICI

Il grave incidente che gli è occorso in breve tempo ha fatto il giro della Valnure e del mondo del calcio. Gli amici sono devastati dalla notizia della sua scomparsa. Il trentenne coltivava tante conoscenze e frequentazioni. «L’ho conosciuto grazie alla grossa passione per il calcio – è il pensiero di Nicolò Bisi - che ci ha fatto diventare grandi amici. Ho solo ricordi felici per tutte quelle volte che abbiamo trascorso del tempo insieme. Ricordi che resteranno sempre con me». L’ex compagno di squadra, alla Libertaspes, Matteo Taranti, lo ricorda così: «Ti associo solo a momenti felici: tutte le partite giocate, i tornei vinti e persi assieme, i battibecchi sul tuo Milan e la mia Juve, le nostre briscole del venerdì, il campionato di 2° vinto assieme grazie al tuo gol, le nostre serate. La tua inconfondibile risata ci metteva sempre di buonumore e quell’annata magica alla Libertas ci ha unito come una famiglia, tanto che sei rimasto parte di noi e lo rimarrai ancora di più ora che ci guardi da lassù».

«Cavo – ricorda ad esempio l’amica Francesca Farina - andava d’accordo con tutti. Poteva non farsi vedere a Farini per alcuni mesi ma quando tornava… Lui aveva davvero amici in tutti i paesi. Quando lo incontravi in giro aveva sempre il sorriso, ti diceva sempre la frase giusta che alzava il morale. Se c’era una persona che non se lo meritava era lui, era un innamorato della vita». «Il "Cavo" era un amico – aggiunge anche Marco Garilli - di quelli che basta guardarsi negli occhi per trovare l'intesa, una presenza che non smetterà mai di esserci nella nostra compagnia di Podenzano. È stato fino all'ultimo con noi. Ho avuto la fortuna di conoscerlo bene e di essergli amico sia a Podenzano che a Farini e di condividere anche esperienze sul campo da calcio. Per me era uno di famiglia». Entrambe le comunità dei due paesi valnuresi, in queste ore, avevano pregato in un miracolo che, purtroppo, non c'è stato. 

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