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Cronaca

Antonino d'Oro, la consegna a Giancarlo Bianchini

Le celebrazioni per il santo patrono cittadino: nella basilica la consegna del prestigioso premio al presidente dell'Assofa

Questa mattina, 4 luglio, festa di Sant’Antonino, si è celebrata la messa solenne delle ore 11, nella basilica del Patrono. La messa è stata presieduta dall’Arcivescovo di Bologna mons. Matteo Zuppi e con lui hanno concelebrato il nostro vescovo mons. Gianni Ambrosio e il Vescovo di Fidenza. Numerosi anche i sacerdoti concelebranti. L’omelia è stata tenuta, secondo la tradizione, dal Vescovo diocesano. Nella premessa mons. Ambrosio ha spiegato le ragioni dell’invito dell’arcivescovo di Bologna: quando fu designato a reggere la diocesi del capoluogo, il Vescovo piacentino gli ha indicato, come il tesoro della diocesi di Piacenza Bobbio, proprio il patrono Antonino. Da qui il desiderio di mons. Zuppi di prendere parte alla giornata dedicata al Patrono. Al termine della celebrazione, la consegna dell'Antonino d'Oro a Giancarlo Bianchini, ex parlamentare della Dc, fondatore e tutt'ora presidente dell'Assofa. 

Festa di Sant'Antonino 2016 - Pagani/IlPiacenza

Omelia del vescovo mons. Gianni Ambrosio

1. La festa di sant’Antonino ci riporta agli inizi della comunità cristiana di Piacenza: secondo la tradizione, il martirio di Antonino è avvenuto nel 303, durante la dura persecuzione contro i cristiani ad opera dell’imperatore Diocleziano. La piccola comunità cristiana di allora ha voluto che quel giovane che ha confessato la fede in Gesù Cristo fino al martirio, diventasse il suo speciale patrono e il suo intercessore, come pure il custode della sua identità e della sua libertà. All’origine della nostra comunità piacentina, sta il gesto di Antonino che afferma il primato di Dio su ogni realtà umana e su ogni imperatore di turno e proclama la sua libertà di fronte a ogni sopruso.  Nel corso dei secoli, la memoria di questo santo si è diffusa nel vasto territorio della diocesi ed anche fuori diocesi. Rendiamo grazie a Dio perché l’esempio di fede coraggiosa e di libertà del martire Antonino, che ci riporta alle origini della nostra Chiesa e della nostra civitas, ha illuminato il cammino del popolo piacentino e lo ha sostenuto nella fedeltà e nella speranza nel corso dei molti secoli. Invochiamo la grazia di saper conservare e di saper trasmettere, in mezzo ai grandi cambiamenti della nostra epoca, quest’anima della nostra comunità e della nostra città, attingendo luce, forza e speranza dall’esempio di fede coraggiosa e di libertà del giovane Antonino.

2. Celebriamo la festa del nostro patrono nell’Anno Santo della Misericordia. Siamo già oltre la metà del cammino dell’Anno giubilare, voluto da Papa Francesco per venire incontro a un profondo “bisogno” della Chiesa e di tutta la società. “La Chiesa ha bisogno di questo momento straordinario (...) perché “nella nostra epoca di profondi cambiamenti, (...) è chiamata ad offrire il suo contributo peculiare, rendendo visibili i segni della presenza e della vicinanza di Dio. E il Giubileo è un tempo favorevole per tutti noi, perché contemplando la Divina Misericordia, che supera ogni limite umano e risplende sull’oscurità del peccato, possiamo diventare testimoni più convinti ed efficaci” (Udienza generale, 9 dicembre 2015).

Il nostro patrono è stato un testimone convinto della presenza e della vicinanza di Dio. Il martire è il testimone per eccellenza, è colui che segue Gesù Cristo che dona la sua vita per tutti e che a tutti offre il perdono. Antonino ha seguito il Signore Gesù vivendo la paradossale legge della fecondità del chicco di grano: “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto”. Non ha dato ascolto all’ordine dell’imperatore e non ha dato ascolto neppure al proprio ‘io’. Il “tesoro” di cui parla l’apostolo Paolo – la conoscenza dell’amore di Cristo, un prezioso tesoro “in vasi di creta” – è stato il suo alto orizzonte, la sua luce e la sua speranza. Così Antonino si è opposto al male facendo valere il bene più grande. In lui, martire per Cristo, come in tutti i martiri cristiani di ieri e di oggi, risplende la forza dell’amore misericordioso.  

3. Sull’esempio di sant’Antonino, siamo anche noi chiamati ad essere testimoni della misericordia. L’Anno Santo è come un libro aperto e ogni giorno questo libro può arricchirsi di una nuova pagina, con i segni, i gesti, le opere di misericordia. Spesso questi segni restano nascosti, ma sono straordinariamente preziosi. Spesso sono gesti piccoli, ma danno vita e infondono speranza in un mondo che appare molto duro.  

Celebrare il nostro patrono a metà del cammino giubilare è uno stimolo per riconoscere che la nostra comunità civile ed ecclesiale ha profondo bisogno di misericordia. Ci sono troppe persone che soffrono e che si sentono sole, ci sono segni di chiusura, di discordia, di ricerca del proprio interesse. Ricordiamo ancora le appassionate parole di papa Francesco: “Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita”. “Non cadiamo nell’indifferenza che umilia (...). Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto” (Misericordiae vultus, 2 e 15).

Prestiamo ascolto a questo grido di aiuto. Il Papa parla a nome di tanti fratelli e sorelle che sono nel bisogno, di tante persone che lasciano la loro terra per cercare una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento. Se apriamo gli occhi sulle miserie e sulle ferite, se ascoltiamo il grido di aiuto, anche il nostro cuore cambia: così diventiamo capaci di gesti che generano fiducia e speranza.

Le opere di misericordia non sono riservate ad alcuni ma interpellano tutti. Ogni persona che apre gli occhi e ascolta il grido di aiuto avverte l’esigenza di una sincera solidarietà verso tutti, di un impegno di fraternità in un mondo lacerato e sconvolto da gesti disumani. Chiediamo al nostro patrono, testimone dell’amore di Dio, la grazia di diventare tutti testimoni di misericordia con le nostre buone opere per crescere insieme in umanità, in concordia, in pace.    

4. Sono grato al Presidente e ai Canonici del Capitolo di questa Basilica che hanno assegnato l’Antonino d’oro a Giancarlo Bianchini per la sua passione educativa, il suo impegno per il bene comune, la sua dedizione nell’ambito del volontariato, in particolare per l’integrazione delle persone disabili. Questo premio è un segno di gratitudine per il vasto mondo del volontariato ed è uno stimolo a tutta la comunità per crescere in solidarietà e in dedizione. Amen.  

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