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Cronaca Borgonovo Val Tidone

Anziana morta dopo una caduta, battaglia sulla sorveglianza degli anziani

Andreoli di Borgonovo, morì una 91enne caduta da una poltrona. Sfilata di testimoni. Per le difese, le tre imputate avrebbero rispettato le indicazioni previste nei piani di assistenza

Dieci testimoni e il perito del pm sono sfilati il 22 luglio davanti alla Corte di assise nell’udienza del processo che vede tre imputati accusati di abbandono di una anziana paziente che poi è morta (il fatto è avvenuto l’8 marzo del 2013 e la donna morì all’ospedale di Piacenza il giorno dopo). Al centro della lunga udienza, presieduta dal giudice Gianandrea Bussi, a latere Laura Pietrasanta, e con sei giudici popolari, le prescrizioni e le attenzioni che si sarebbero dovuto attuare nel caso di quell’anziana di 91 anni, Valda Mottini, non autosufficiente e non in grado di camminare da sola. L’anziana era ricoverata nel reparto Melograno della casa di riposo Andreoli di Borgonovo.

Il processo vede coinvolte Carmen Pozzi, 65 anni, responsabile delle attività assistenziali; Stefania Pettenati, 60 anni, responsabile delle attività sanitarie e la marocchina Samira Mountassir, 46 anni, operatrice socio sanitaria (Oss). Le prime due sono difese dall’avvocato Andrea Ghiretti, del Foro di Parma, mentre Mountassir è assistita dall’avvocato Antonino Rossi (assente, ma sostituito dall’avvocato Eleonora Carini). Il figlio della donna deceduta si è costituito parte civile con l’avvocato Cinzia Panni. La prima a rispondere alle domande del pubblico ministero Matteo Centini è stata Luisa Andrello, chiamata come consulente della procura. La donna ha spiegato che all’evento - cioè la caduta dalla sedia e il conseguente decesso - hanno concorso diverse variabili. La sorveglianza, ha scandito, è fondamentale così come la valutazione del rischio che può correre un paziente. Secondo il perito, nella sala comune in cui si trovava l’anziana, il rischio non sarebbe stato valutato correttamente.

Di diversa opinione le difese. Tra i testimoni è stato ascoltato anche il medico dell’Andreoli, Roberto Zito, che in un primo tempo venne indagato. La sua posizione fu poi archiviata, perché le indagini portarono la procura a indagare le tre persone oggi al processo. Al centro, comunque, restano gli obblighi a cui il personale si deve attenere, nel rispetto delle proprie competenze. Tutte regole riportate nel Piano di assistenza individuale, aspetto su cui ha insistito l’avvocato Ghiretti, mostrando il documento a tutti coloro che lavoravano nella struttura di Borgonovo. L’anziana aveva diverse patologie e non era in grado di alzarsi. Il medico ha ricordato come la sorveglianza fosse affidata a tutti coloro che operavano nella struttura, medici, infermieri, Oss: quando passavano nella sala comune tutti guardavo se c’erano situazioni critiche. L’anziana, poi, non aveva alcuna fascia di contenzione né c’erano indicazioni particolari. Un aspetto che si ricava anche dalle indicazioni della fisioterapista riportate tra le accuse della procura: «si è deciso di togliere la carrozzina pieghevole all’ospite e quando si alza di farla sedere in poltrona in salone (senza fascia, ma importante monitorare se tenta di alzarsi da sola) deambula con l’aiuto di un operatore, ma prestare bene attenzione». Secondo l’accusa, le prescrizioni non sarebbero state rispettate; secondo le difese, invece, le tre donne le avrebbero osservate.

Su questa situazione si è poi innestata la presenza di un’altra persona. Infermiere e Oss hanno parlato di un’altra anziana, affetta da uno stato grave di demenza. Una donna cordiale che spesso avvicinava il personale o gli altri ospiti accarezzandoli e toccandoli, ma anche stendendo le mani per aiutarli ad alzarsi. E questo è uno dei dubbi: quest’ultima ammalata avrebbe potuto avere un ruolo nella caduta dalla sedia di Valda Mottini, che venne trovata a terra vicino alla poltrona su cui era seduta (subito soccorsa da infermiere e Oss venne trasportata in ospedale, a causa delle ferita al capo). Una testimone ha detto che l’anziana tendeva le mani, mentre altre hanno detto di non averlo notato né si averlo mai sentito dire. Il processo è stato rinviato in settembre, mentre la sentenza è prevista in ottobre.

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