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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

«Attacco alla famiglia? I retrogradi sono quelli che si dicono progressisti»

Mario Adinolfi, giornalista ed ex Pd, apre la tre giorni organizzata dal forum delle associazioni familiari parlando di etica. «Aborto, eutanasia, adozioni gay: dietro ci sono solo interessi economici. Vogliono far trionfare l'individualismo a tutti i costi spacciandolo per libertà»

La grande Festa della Famiglia che ha preso il via la sera dell’11 settembre in piazza Sant’Antonino ha avuto un inizio forte. Un inizio che punta dritto al cuore del problema etico che da tempo è stato posto - si è detto in apertura  - come «un vero attacco alla famiglia». Un problema etico che gira intorno a temi cardine come aborto, eutanasia, adozioni gay, omogenitorialità. A porlo subito al centro dell’attenzione dei tanti piacentini presenti in una climaticamente fredda piazza Sant’Antonino ci ha pensato Mario Adinolfi, il giornalista ed ex dirigente del Pd che in fatto di etica, famiglia e società ha le idee chiare. Insieme a lui sul palco, intervistati da Carlo Dionedi (vicepresidente del Forum delle Associazioni familiari) anche Mario ed Egle Sberna, i due coniugi fondatori dell’associazione.
«Purtroppo - ha esordito Adinolfi - nel corso della mia carriera politica non sono mai riuscito a fare emergere bene questi problemi. “Meglio se ti occupi di altro” mi dicevano a Roma, io invece avrei voluto ragionare sui temi essenziali che venivano considerati dai compagni di partito come “divisivi”. Stai tranquillo, mi dicevano, tanto in Italia non si approverà mai nulla».
E’ così che il giornalista romano ha avuto l’idea di scrivere il libro “Voglio la mamma: da sinistra contro i falsi miti del progresso".
Già, perché secondo Adinolfi i veri retrogradi sono quelli che propugnano i diritti e l’imperante visione relativista dell’etica su questi temi.
«Con il pretesto del progresso stanno riportando l’uomo alla condizione di duemila anni fa, quando l’essere umano era considerato una cosa, non aveva un dignità. Quando i bambini malformati e ammalati venivano eliminati, quando gli esseri umani venivano venduti per denaro».

La grande forza di Adinolfi, che fin da subito aggancia prepotentemente l’attenzione della piazza grazie alla sua chiarezza, è sicuramente quella della precisione. «Nel mio libro io riporto cifre e dati verificati e verificabili. Chi invece ogni giorno propina queste ideologia vi riporta sempre dati gonfiati, inventati o inesistenti». Soprattutto Adinolfi riporta le cifre in denaro che ruotano intorno all’eutanasia, alle adozioni, alla fecondazione eterologa, all’aborto. «C’è un fattore, quello del denaro, che in pochi sanno essere alla base di molte pratiche anche italiane e leggi che vengono promulgate all’estero. Non c’è amore, ma soltanto guadagno e soldi»
«Ci fanno credere che il tema è l'amore? Molto bene. Una mamma è amore, due mamme quindi sono più amore. Allora perché non facciamo tre mamme, quattro mamme, trentotto mamme. Purtroppo se se apri questo confine è tutto più fragile. Manca proprio l'elemento di realtà, cioè che tutti noi siamo figli solo di uomo e di una donna. Non è un dogma, ma la verità evidente che non ha bisogno di dimostrazione. È un dato reale al quale invece si vuole contrapporre un dato sociale».

Poi cita un esempio: «Quando due gay vanno da una donna per i suoi ovuli è soltanto una questione di denaro. L’affitto di un utero? Ovviamente denaro anche quello. E l’esempio del cantante Elton John è evidente. Ha pagato 150mila euro per comprare il figlio di una donna canadese, mescolando il suo sperma e quello del suo compagno. Quando è nato è stato per trenta secondi sul seno della madre, poi con la violenza è stato strappato e consegnato a due che se lo sono comprato. E siccome piangeva spesso, per due anni ha pagato un corriere privato che tutti i giorni prelevava il latte della madre e in aereo lo portava in Inghilterra. Questo non me lo sono inventato ma sono cose affermate dagli stessi protagonisti in un’intervista. Ma qui in Italia queste cose non vengono dette».
Poi parla di eutanasia. «Nelle cliniche svizzere paghi 18mila euro per comprare una siringa di cloruro di potassio che ti devi fare iniettare da un parente perché loro non si prendono la responsabilità di ucciderti. Soldi. E c’è da augurarsi che i parenti che ti accompagnano al suicidio non lo facciano per prendersi magari la tua eredità. In certi Paesi arrivano all’eutanasia pediatrica o per chi ha problemi psicologici».

Adinolfi e Sberna alla grande Festa della Famiglia ©Pagani/ilPiacenza

Adinolfi si dice atterrito «dalla lucidità con cui cui si sta compiendo il male. Io sono un uomo di sinistra. Credo nella sinistra che deve tutelare i deboli: gli anziani ammalati, i bambini che devono nascere o appena nati, gli ammalati. Invece la sinistra di oggi ha riempito un vuoto con una facile radicalismo di massa che però è antipopolare. Dobbiamo prendere coscienza che oggi la minoranza non siamo noi contrari a questa idea di progresso, ma sono loro. Noi siamo popolo, loro sono club. Vogliono far trionfare l’individualismo a tutti i costi spacciandolo per libertà».

«Dobbiamo reagire - ha concluso - Dobbiamo scendere in piazza e parlarne tutti i giorni con la gente che abbiamo vicino. Vi raccontano che l’aborto sta arretrando. Tutte balle. Vi mostrano dati falsati per raccontarvi balle. Inoltre il 96 per cento dei bambini down oggi vengono abortiti con una prassi di eugenetica nazista. Credono di poter cancellare la sofferenza da questo mondo. E’ evidente che i retrogradi sono loro, esattamente come quando centinaia di anni fa le persone malformate venivano gettate, o quando i bambini venivano venduti».
Infine Adinolfi annuncia che a breve vedrà la luce un uovo progetto eidotriale, un quotidiano che si chiamerà “La croce”.
 

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