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Cronaca

«I confederali non ascoltano i lavoratori. Non si sono visti alla Gls»

Dura replica del Si Cobas in risposta alle critiche mosse da Cgil, Cisl e Uil sui metodi di lotta utilizzati dagli autonomi.«Da noi niente burocrati o funzionari stipendiati»

«Accusarci di usare metodi violenti non fa certo onore ai sindacati confederali».Lo afferma il sindacato autonomo Si Cobas, protagonista della vicenda sui lavoratori della Gls, e che il 17 marzo scorso ha sfilato per le vie del centro protestando per i diritti dei lavoratori della Cooperativa Forza 4.

«Il fatto di voler criminalizzare a tutti i costi “certi soggetti non rappresentativi e non firmatari del contratto” – si legge in un comunicato ufficiale di Si Cobas - dicendo che “usano come metodo la violenza” non fa onore ai confederali. Il riferimento è al nostro sindacato, lo stesso che nel luglio 2011 si costituì presso i magazzini della Tnt e che fece venire alla luce una situazione a dir poco scandalosa e attraverso la generosa lotta degli operai raggiunse obiettivi importanti che forse ad alcuni possono anche non piacere, ma che per i lavoratori che se li sono conquistati hanno il loro significato».

«Si vorrebbe offuscare la dura realtà che vivono i lavoratori del polo logistico col fatto che ci sono degli irresponsabili che gettano benzina sul fuoco – dice il sindacato autonomo - Non si tiene assolutamente conto del fatto che si sta parlando di lavoratori in carne ed ossa che così come sanno lavorare, sanno anche ragionare e fare le loro scelte. Il Si-Cobas, per scelta, non fa campagne di tesseramento e quando si costituisce in qualche azienda è perché i lavoratori si sono incontrati, hanno discusso e deciso il da farsi comprendendo il modo di fare sindacato della nostra organizzazione. Un sindacato di lavoratori e per i lavoratori, senza nessun funzionario o burocrate stipendiato, dove il concetto della militanza e della solidarietà tra lavoratori oltre che essere un principio ideale e morale, è una pratica reale che unifica i lavoratori, li rafforza e gli rende dignità».

«I confederali – si legge ancora nella nota - dicono che non essendo noi firmatari di contratti nazionali, non abbiamo la titolarità alla contrattazione aziendale. Invece noi contrattazione la facciamo là dove ci sono lavoratori che si sono costituiti in Si-Cobas. In parole semplici, nasce il sindacato, nasce il mandato. Sono i lavoratori che organizzandosi si danno il mandato da soli non delegando la difesa dei loro interessi a funzionari latitanti o sconosciuti o comunque non rappresentativi. Chi sono i confederali per mancare di rispetto ai lavoratori della Coop. Forza 4 in appalto alla Gls che hanno deciso autonomamente di costituirsi in sindacato e di disdire le loro vecchie tessere? Come possono farsi vanto di aver sottoscritto con la cooperativa Forza 4 un “accordo di emersione” che, applicando formalmente ma non sostanzialmente il contratto nazionale del trasporto merci e logistica in sostituzione a quello Unci, ha concesso alla cooperativa un accordo tombale sul pregresso (decine di migliaia di euro per ogni singolo lavoratore) in cambio di 1.000 euro in 7 trance?»

«Nessun operaio che ha firmato tale accordo – attacca il Si Cobas - ha capito di cosa si trattasse. “Ci hanno fregato”, questa è stata la loro risposta. A chi volesse verificare se trattasi di polemica da quattro soldi o di semplice verità consigliamo di parlare con i diretti interessati. Forse è proprio questo il problema. Chi si incensa di avere “la titolarità alla contrattazione aziendale” non ascolta cosa pensano o vogliono i lavoratori altrimenti avrebbe avuto il coraggio di farsi vedere nel corso di questi 20 giorni di lotta alla Gls, assumendosi il rischio di prendersi anche eventuali critiche. Ci si interessa degli operaia distanza, passando direttamente sopra le loro teste, e se qualcuno delle istituzioni va da loro per cercare di fare intermediazione per addivenire a possibili soluzioni diventa un “tifoso politico” che “memore di qualche esperienza passata si è dimenticato del ruolo che dovrebbe ricoprire”».

«Quindi, scalmanati sindacalisti senza titolarità che sono la causa dei metodi violenti (sic!) adottati dagli operai e “qualche nostalgico propagandista potrebbe mettere a rischio la permanenza sul territorio di alcuni operatori logistici” compromettendo gli sforzi di Cgil, Cisl e Uil”. Un bel teorema non c’è che dire, condito da un’evidente falsità. Nel corso di questa lotta gli operai in sciopero non hanno mai impedito l’ingresso o l’uscita a nessun altro lavoratore dei magazzini Gls di Piacenza. Avrebbero impedito l’ingresso a lavoratori esterni chiamati per sostituirli, se questo si fosse verificato, in quanto sarebbe stata una palese azione tesa a vanificare la loro lotta».

«Finora l’unica libertà individuale calpestata è stata quella degli operai, ieri come oggi, nei loro diritti e nella loro dignità e l’unico metodo coercitivo è stato quello applicato dalla controparte che ha fatto di tutto per contrastare e non accettare una evidente realtà: il fatto che la  quasi totalità dei lavoratori presenti nei magazzini si è costituita in Sindacato “Si-Cobas”. L’attività antisindacale di Gls e Forza 4 è arrivata alla serrata dei magazzini e gli operai sono ora in presidio permanente a testimonianza del fatto che la lotta continuerà sino a quando non avranno ottenuto quanto loro è dovuto senza la pretesa altrui di decidere se debbano o non debbano aderire ad un sindacato e a quale sindacato».

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