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Cronaca

Attentati a Bruxelles: «La gente reagisce, non si rinchiude in casa e offre aiuto»

La 23enne piacentina Giulia Bensi si trova a Bruxelles per uno stage: «i trasporti sono in tilt: i belgi offrono le proprie abitazioni a chi è rimasto bloccato nella capitale. Non avrei mai pensato di trovarmi in mezzo a un evento del genere»

Fortunatamente il suo ufficio era distante dai due luoghi del terrore. Giulia Bensi, 23enne piacentina, si trova nella capitale belga per uno stage: fra non molte settimane farà ritorno a Piacenza, ma ciò che ha vissuto nella mattinata odierna segnerà per sempre la sua esperienza belga. «Al momento della prima esplosione all’aeroporto – racconta Giulia - ero ancora a casa. Quando è stata colpita la metropolitana ero appena arrivata in ufficio. Fortunatamente non prendo la metro per raggiungere il posto di lavoro, ma il tram. Sul mio mezzo la situazione era tranquilla, anche se tutti leggevano le notizie di quello che era successo in aeroporto».

Al lavoro la situazione, come è comprensibile, era tesa. «Una collega – racconta Giulia - aveva preso quella metro poco tempo prima». Un sospiro di sollievo: nessun conoscente è stato coinvolto nei due attentati. «Abbiamo deciso di interrompere prima il nostro lavoro perché tutti i mezzi pubblici di Bruxelles sono stati bloccati: siamo tornati alle nostre abitazioni piedi. Mentre tornavo mi sentivo abbastanza tranquilla, perché per le strade c'erano molte persone. Ora sono a casa e la mia zona – il quartiere Saint Gilles - è tranquilla. Nei pressi del mio ufficio – situato in Avenue Louise - Place Stephanie – è pieno di polizia in borghese e teste di cuoio, anche perché non lontano da lì c'è il Palazzo di Giustizia».

Il Belgio è nell’occhio del ciclone da giorni. «Dopo i giorni scorsi – continua la sua testimonianza Giulia - la situazione sembrava tornata "nella norma": non mi sarei mai aspettata questi attentati. I media belga dicono che potrebbe essere collegato all'arresto di Salah: a mio parere non cercano delle motivazioni particolari per fare cose del genere. Forse dopo il suo arresto hanno accelerato cose che avevano già in mente da tempo». Giulia Bensi-4

E domani che farai? «Nel mio ufficio stiamo ancora pensando se andare a lavorare o no, ma più che altro per una questione di trasporti. Vedendo le persone in strada e la gente in centro, mi pare di capire che le persone non hanno bloccato la loro vita, anzi...Girano foto e video ovunque di persone che scrivono frasi a terra e mettono fiori, senza rinchiudersi in casa per la paura. Il senso di comunità qui in Belgio è molto forte. Le persone offrono la loro abitazione per coloro che non possono ritornare a casa a causa del blocco delle strade o perché non hanno potuto prendere aerei (l'aeroporto di Charleroi sembra funzionante ma ci sono molte code). Sui gruppi Facebook degli italiani a Bruxelles stanno perfino organizzando macchinate comuni per quelli che devono ritornare in Italia». Giulia si immaginava un’esperienza sicuramente diversa per il suo stage all’estero. «La mia vita qui cambierà sicuramente un po’... Non andrò più in giro tranquilla come facevo prima, soprattutto la sera. Non avrei mai pensato di trovarmi in mezzo a una cosa del genere... Certi fatti li senti in televisione ma quando poi ti ci trovi in mezzo è completamente diverso e inizi a guardare tutti e tutto con occhi diversi».

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