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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Aule del tribunale intitolate a tre magistrati uccisi da Mafia e terrorismo

Da oggi tre aule del Tribunale di Piacenza sono intitolate ai magistrati Emilio Alessandrini, Guido Galli e Rosario Livatino. Ghitti: “Il coraggio è agire come se la paura non ci fosse”

Da oggi tre aule del Tribunale di Piacenza sono intitolate ai magistrati Emilio Alessandrini, Guido Galli e Rosario Livatino. “Un segno concreto - ha detto il presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi - per ricordare tre magistrati uccisi per mano della mafia e del terrorismo e più in generale per rendere omaggio a quanti hanno perso la vita nello stesso modo. I giudici a cui sono intitolate tre aule del luogo della Giustizia piacentino sono testimoni esemplari di legalità e rispetto dello Stato e delle istituzioni”. L'iniziativa era stata suggerita (tramite una mozione presentata nel 2012) dal consigliere provinciale Luigi Gazzola al fine di rendere omaggio a chi si è speso a favore della legalità.

Alla cerimonia di intitolazione erano presenti questa mattina i maggiori rappresentanti delle istituzioni e delle forse dell'ordine e di sicurezza piacentine. Particolare e commossa soddisfazione è stata espressa dal presidente del Tribunale di Piacenza Italo Ghitti che ha sottolineato l'alto valore dell'iniziativa. “Il ricordo costante dei magistrati uccisi - ha detto il presidente Ghitti – è un impegno a cui le istituzioni sono chiamate. Avere coraggio significa agire come se la paura non ci fosse”. “Piacenza  - ha continuato Ghitti, ricordando i recenti lavori di ristrutturazione della sede del Tribunale nelle tre aule intitolate (sala delle Colonne, sala delle udienze e sala della Corte d'Assise), - merita di avere un palazzo del Tribunale dignitoso: molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare”. Al messaggio di Ghitti si è aggiunto quello della presidente dell'Ordine degli avvocati Graziella Mingardi, rappresentata alla cerimonia odierna dall'avvocato Franco Livera. “Dedicare le aule del Tribunale ai magistrati che hanno perso la vita per il bene Comune – ha aggiunto il sindaco di Piacenza Paolo Dosi – non è solo un atto simbolico ma anche un gesto concreto”.

“La Provincia di Piacenza – ha continuato il presidente Trespidi - ha sottoscritto nel gennaio 2012 con la Regione Emilia Romagna un accordo di programma per l'attivazione di un Osservatorio Legalità e Sicurezza. L'Osservatorio, che rimarrà attivo fino a giugno 2014, si pone – con la preziosa collaborazione della Fondazione Antonino Caponnetto – come obiettivo il rafforzamento della conoscenza del fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Solo con una maggiore e costante conoscenza si può contribuire ad alzare il livello della prevenzione. L'Osservatorio raccoglie dati sul territorio: tale attività è un fondamentale punto di partenza per arginare i fenomeni di illegalità. Il progetto coinvolge le istituzioni scolastiche, le istituzioni e le associazioni di categoria”.

“Vorrei infine ricordare – ha concluso il presidente Trespidi - la situazione che stanno vivendo i magistrati Di Matteo, Teresi, Tartaglia, Del Bene, Scarpinato e gli uomini delle loro scorte. L'associazione “100x100 in Movimento” ha invitato nei giorni scorsi le istituzioni piacentine a rompere il silenzio sul clima di minacce e paura che circonda l'operato dei giudici”. 

CHI SONO I TRE MAGISTRATI

Il magistrato Emilio Alessandrini è ricordato per il costante impegno nell'istruzione del processo per la strage di Piazza Fontana dopo che il procedimento era stato trasmesso all'autorità giudiziaria di Milano. Il 29 gennaio 1979 verso le 8,30 il magistrato - dopo aver accompagnato con la propria autovettura il figlio Marco alle vicine scuole elementari - fa ritorno alla propria abitazione per dirigersi poi in ufficio a piedi. Fermatosi all'incrocio tra viale Umbria e via Muratori viene aggredito da due persone. Esplodono numerosi colpi di pistola e Alessandrini viene ferito a morte. Poco più tardi, nella stessa mattinata, l'omicidio veniva rivendicato tramite una telefonata alla redazione di un giornale “dall'Organizzazione Comunista Combattente Prima Linea” (di eguale tenore era un volantino diffuso poco dopo).

Guido Galli fu giudice istruttore penale presso il Tribunale di Milano. Esercitò il suo impegno culturale e professionale nel campo del diritto anche in sede universitaria dove Galli teneva corsi di criminologia prima all'Università di Modena e successivamente a Milano. Il 18 marzo 1980 cade vittima di un'azione terroristica. Il delitto viene rivendicato dalla formazione politica eversiva denominata “Prima linea – sezione Romano Tognini”.

Rosario Angelo Livatino fu sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento dal 24 settembre 1979 all'agosto 1989. Il 28 agosto 1989 viene trasferito al Tribunale di Agrigento in qualità di giudice addetto alla sezione penale, occupandosi di delicati procedimenti concernenti persone associate alla mafia. Il 21 settembre 1990 alle 8,45 Livatino - mentre si spostava in auto da Canicattì, dove risiedeva, per raggiungere la sede del Tribunale - viene raggiunto da vari colpi di arma da fuoco. Vano il tentativo di fuga a piedi: il magistrato viene colpito in modo mortale dagli aggressori.

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