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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L'azienda D.E.I. truffata per 4 milioni di euro: 4 arresti "bresciani" della Gdf

Un'indagine della Finanza ha scoperto una truffa ai danni di un'azienda piacentina. Società bresciane, anche fittizie, avevano con questa un debito di 4 milioni di euro per la commessa di bobine elettriche per uso industriale

finanza_23_1Al termine di un'indagine, che ha preso spunto da una verifica fiscale e durata poco più du un anno, il nucleo di polizia tributaria di Piacenzaha posto termine alle attività illegali di società bresciane che avevano lasciato insoluto un debito di quasi 4 milioni di euro nei confronti della D.E.I. un'azienda piacentina, leader nel settore, che aveva effettuato nel 2007 ingenti forniture di bobine elettriche (denominate Gold Coil).

Dalle investigazioni, coordinate dal pubblico ministero dott. Chiappani della Procura della Repubblica di Brescia, è emerso che l'operazione truffaldina era stata condotta da società bresciane attraverso l'interposizione fittizia di mere "teste di legno" e società cantiere.

LE INDAGINI - Grazie a complesse indagini finanziarie, si è risaliti ai membri di una consolidata organizzazione deliquenziale responsabili dei reati di bancarotta fraudolenta, ricettazione, appropriazione indebita aggravata, truffa aggravata oltre ad una serie di reati tributari. Sulla base di quanto minuziosamente ricostruito dai finanzieri piacentini il gip di Brescia ha disposto l'ordinanza di custodia cautelare per due imprenditori coinvolti, invece per padre e figlio, rispettivamente commercialista e imprenditore si è deciso per i domiciliari.

IL SEQUESTRO - Sono stati inoltre sequestrati una villa con piscina intestata ad un prestanome palermitano, per un valore di circa 500mila euro, quote societarie per più di 100mila euro e quasi 5mila euro in contanti.

MICROSPIE - Nell'operazione conclusiva che ha avuto luogo all'alba del 27 gennaio a Brescia, è stato rinvenuto un sofisticato sistema di ultima generazione (FOTO) destinato sia all'installazione di microspie e videocamere sia al rilevamento di eventuali microspie o microfoni nascosti. Il tutto per un valore di 7mila euro. Ora sono iniziati i primi interrogatori degli indagati e non si escludono ulteriori sviluppi. 

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