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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Pietro in Cerro

Spray urticante nel lavandino per inscenare un guasto, due anziane derubate da finti tecnici

Oro e soldi nel bottino di una coppia di truffatori in azione nei giorni scorsi a Castelvetro e a San Pietro in Cerro. In un caso sono spariti circa tremila euro. Indagano i carabinieri

Per essere ancora più credibili e raggirare un’anziana che hanno preso di mira, due finti tecnici hanno spruzzato una sostanza reagente nel lavandino di casa. La malcapitata gli ha creduto dando loro fiducia e sono scappati con oro e soldi. Ancora da quantificare con esattezza il bottino ma si tratterebbe di alcune centinaia di euro. La coppia di sedicenti addetti al controllo dell’acqua e della rete del gas sono entrati in azione a San Pietro in Cerro nella mattinata di giovedì 23 gennaio e alcuni giorni prima a Castelvetro. In quest’ultimo caso sono riusciti ad arraffare circa tremila euro tra monili in oro e contanti, ai danni di una coppia di anziani residente nella centralissima via Roma. Indagano i carabinieri di Monticelli. Tornando alla truffa messa a segno a San Pietro in Cerro, i due truffatori avrebbero raggiunto l’abitazione di una signora del paese con una Volkswagen “Golf” di colore scuro. Entrambi avrebbero indossato abiti eleganti in modo tale da essere più convincenti nei confronti della persona alla quale hanno citofonato. “Siamo gli addetti dell’acqua, dobbiamo fare alcuni controlli”, avrebbero detto all’anziana che, successivamente ha aperto loro la porta. Una volta entrati, per inscenare un guasto nelle tubature, avrebbero spruzzato nel lavandino e negli ambienti della casa uno spray urticante. Non è ancora chiaro se siano stati loro stessi a rovistare nelle stanze, mentre uno distraeva la proprietaria di casa o se l’abbiano convinta, come accade spesso, a nascondere i propri averi con la scusa che si sarebbero rovinati a causa del guasto che rilasciava sostanze tossiche. Sta di fatto che i due sedicenti tecnici sono fuggiti con delle banconote e alcuni gioielli. Una volta che si è resa conto di quanto accaduto, la signora ha avvisato il figlio, il quale successivamente ha richiesto l’intervento dei carabinieri della Stazione di Caorso. I militari dell’Arma hanno raccolto la denuncia per avviare le indagini, coordinati dal comando Compagnia di Fiorenzuola. Nel caso di Castelvetro si tratta molto probabilmente della stessa banda. Qui, invece, sarebbero stati notati con indosso una pettorina catarifrangente e sempre a bordo di una “Golf” scura.

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