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Gli sviluppi

«Violenza sempre sbagliata ma allo stadio gestione sicurezza inadeguata»

Il Novara: «Al termine del match il presidente Massimo Ferranti è stato accerchiato e aggredito verbalmente da un gruppo di tifosi locali all’uscita dallo stadio, aggrediti anche due giocatori». I dirigenti biancorossi al momento preferiscono non rispondere

Prometteva strascichi e così è stato nella mattinata di lunedì. L’aggressione del giocatore del Novara - con una grande passione per il pugilato - Yohan Benalouane a Fabio Barbarini tifoso ultrà del Piacenza nel post gara aveva acceso gli animi, col difensore che ha colpito con un pugno il supporter biancorosso nella zona del parcheggio pubblico (dove il calciatore si era recato per prendere qualcosa dall'auto di un compagno) costringendolo al trasporto in ospedale (10 punti di sutura sopra l'occhio e altrettanti giorni di prognosi). L'aggressione era scaturita da un diverbio tra i due, quanto accaduto è tuttavia ancor al vaglio. 

Il Novara - come riporta Sport Piacenza - però è intervenuto stamane con una nota ufficiale del dg Michelangelo Vitali, in cui condanna l’episodio e la reazione del proprio tesserato, ma al tempo stesso accusa senza mezzi termini anche chi era preposto alla sicurezza dell’evento. Queste le parole del direttore generale del Novara a cui, i dirigenti biancorossi, al momento preferiscono non rispondere:

«Ogni forma di violenza, in campo e fuori, è sempre inaccettabile e da condannare a priori, ma quanto accaduto allo stadio Garilli nel post gara di Piacenza-Novara non può trovare giustificazione alcuna. Al termine del match il presidente Massimo Ferranti è stato accerchiato e aggredito verbalmente da un gruppo di tifosi locali all’uscita dallo stadio. Gli stessi tifosi, non contenti, hanno poi aggredito anche due calciatori del Novara FC, recando offese personali ad uno di essi con epiteti di natura razzista e spintonandolo più volte, il tutto senza alcun controllo da parte degli organi preposti che dovrebbero tutelare la sicurezza delle parti coinvolte nell’evento. Il calciatore, spaventato, ha reagito per tutelare la propria incolumità. Il Club azzurro non giustifica la reazione del calciatore, la violenza è sempre una risposta sbagliata, figlia però di una gestione del piano sicurezza inadeguata per un evento pubblico, che ha permesso che frange estremiste di tifosi locali entrassero a contatto diretto con i calciatori e i dirigenti della squadra ospite. È inaccettabile che venga messa a repentaglio la sicurezza di tesserati e dirigenti e ci auguriamo che episodi del genere non si verifichino mai più».

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