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Cronaca

«I leader non servono più, è ora di sorteggiare i politici tra i cittadini»

Beppe Grillo torna a essere un comico davanti a un divertito pubblico piacentino al Politeama. Nessun riferimento alle Amministrative. E in platea si assaggia la carne sintetica preparata sul palco

«Se un uomo di Marsiglia con moglie, tre figli e un lavoro ha vissuto con il cervello di soli liquidi, quanti italiani sono come lui?». Beppe Grillo è tornato a fare il Beppe Grillo che abbiamo conosciuto per due decenni: il comico a tempo (quasi) pieno. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, al teatro Politeama di Piacenza per il suo show “Grillo vs Grillo”, ha toccato solo qua e là temi politici e di stretta attualità: di Piacenza ha parlato solo per gli aspetti culinari, lasciando stare il discorso Amministrative e il candidato sindaco Andrea Pugni. Nella battaglia tra il comico e il politico ha prevalso il primo, riuscendo a divertire un pubblico – quasi sold out - piacentino che ha riso e scherzato con lui. 

Grillo, soprattutto nella prima parte dello show, ha ripercorso un po’ la sua vita. Le tappe e i passaggi cruciali della sua infanzia e adolescenza a Genova. Il rapporto con la famiglia d’origine e le due che si è costruito nel tempo. Il suo travagliato excursus scolastico, la perdita di un lavoro in gioventù, gli esordi nei cabaret di Milano su suggerimento di Fabrizio De Andrè. La super offerta – rifiutata - di Berlusconi da 17 miliardi per condurre nel 1982 “Ok il prezzo è giusto” e l’incontro decisivo con Baudo, con la chiusura di quella esperienza in Rai per colpa della celebre battuta sui “socialisti che rubano”: «Da quella battuta sono diventato un martire». Tutto questo con un ritmo incalzante, battute e gag.

Il "papà dei grillini" ha scherzato più volte con il neurologo Manfredi Saginario, seduto nelle prime file, e con il pubblico presente. Spazio anche a un paio di chicche sull’Emilia e su Piacenza. «Che meravigliosa terra che è l’Emilia: Modena, Parma, Parma…Parma me la ricordo bene». Evidente il richiamo al suo rapporto intricato con il sindaco uscente Federico Pizzarotti. «Avete 44 prodotti Dop, salumi, prosciutti, culatello, parmigiano, conoscono e studiano il vostro colesterolo anche negli Stati Uniti. Vi godete la vita, avete 5-6 anni di aspettativa di vita in meno rispetto al resto d’Italia, ma intanto per gli altri è diminuita di un anno e mezzo l’aspettativa di “vita sana”: cioè significa che vivono da malati».

Tra gli italiani potrebbero esserci cervelli di soli liquidi, come il 45enne di Marsiglia che conduceva una vita normale. «In quanti sono in Italia così?». Grillo ha poi passato in rassegna i tanti incontri decisivi per la sua formazione: persone che hanno influenzato e aperto gli orizzonti, come Renzo Piano o Stiglitz. Ma l’incontro più importante è stato quello con Gianroberto Casaleggio. «La persona più diversa da me, un "pazzo" con cui ho subito legato. Mi ha fatto cambiare idea sui computer, sulla rete».

Grillo ha parlato anche di “Big Data” e del loro potere sui consumatori. Il mondo sta cambiando in fretta e bisogna stare al passo. «Mentre ci si scanna tra carnivori e vegani, si mangiano sempre più carni sintetiche. Non c’è più bisogno di ammazzare la mucca, diventerà un animale domestico, depresso». Il comico ha fatto assaggiare un po’ di questa carne prodotta con le cellule staminali a una decina di spettatori. «Il progresso va avanti».

L’attualità l’ha toccata stuzzicando Berlusconi («fossi stato l’agnello mi suicidavo per non dargliela vinta») e la sua intervista ad Avvenire («Il Papa ha copiato il nostro programma»). Qualche errore del Movimento, forse, c’è stato. «Abbiamo sbagliato nella comunicazione: non dovevamo insistere con la nostra onestà. Dovevamo lasciare che ce lo dicessero gli altri. Non dovevamo dire di essere così troppo onesti. È più giusta la tecnica del tenente Colombo, che lascia che sia l’assassino a suggerire l’indagine».

Elogi alla «meravigliosa» piattaforma Rousseau che permette ai «cittadini normali di diventare istituzione» e un invito: «siate i sindaci dei vostri dieci metri quadrati». Ritorna l’idea – molto discussa – di sorteggiare i nostri rappresentanti politici. «Il voto è in crisi, inventiamoci qualcos’altro. Vanno a votare in pochi, e molti di loro solo per interesse. Se si può sorteggiare una giuria di un tribunale, perché non farlo con la politica? I leader non servono più». Ci va pesante invece con i giornalisti («stronzi!») che raccontano balle sui giornali e gli chiedono di spiegare in dieci secondi che soluzione avrebbe per l’Europa. «Fidatevi di voi, fidatevi delle facce». Quella di Renzi non gli è di certo piaciuta: «ha uno sguardo senza senso, è un mentitore seriale. Io sarò un cialtrone, ma non mento. Lui invece non è leale». Grillo fa un po’ la vittima. «Pensano sempre a “chi c’è dietro al Movimento”. Dietro al Movimento c’eravamo io e Casaleggio. Non ci perdonano proprio che questo movimento sia stato fondato da un imprenditore e un comico che, all’apice delle loro carriere, si sono dedicati agli altri. Soprattutto non va giù che sia stato un comico a farlo nascere. La comicità è umanità e loro vorrebbero essere come noi». 

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