Bertolaso sindaco di Roma, «Uomo giusto al posto giusto?»
Riceviamo e pubblichiamo: "Roma sei tu! E riguarda anche gli italiani (e noi piacentini, attenti al Demanio e all’ambiente). Per la città eterna, Bertolaso sindaco ideale, tra indipendenza e partiti e le insidie delle Idi di marzo" di Carlo Mistraletti e Giorgio Bianchi
Guido Bertolaso candidato sindaco vuole una “Roma forte, sicura, libera”. Sarebbe l’uomo giusto per il posto e al momento giusto. Competente e molto capace (lo ha dimostrato nelle emergenze di disastri naturali e provocati), onesto e indipendente da pressioni estranee al vero interesse della capitale e del popolo romano. Il medico aperto al mondo Bertolaso vincerebbe quasi sicuramente, con beneficio di tutti. Al capezzale di Roma per amministrare bene ed eliminare la corruzione ci ricorda che “Un sindaco deve stare per strada” ( buche, cassonetti, dissesti stradali, riorganizzazione, opere). Ci ritorna in mente l’ efficienza dell’indimenticabile commissario Zamberletti. Per di più è stato generoso capo della Protezione civile in periodi critici. Artefice del successo non solo logistico del Giubileo del 2000.
E allora qual è il problema? Pur essendo designato ufficialmente dal centro destra, ora si creano difficoltà fittizie da fuoco amico (ad esempio Matteo Salvini valido risuscitatore della Lega, pur con pochi seguaci a Roma, sembra voler strumentalizzare Giorgia Meloni entro un disegno in fondo autolesionistico). Certo ci sono altri candidati oltre ai quattro diciamo di “destra”. Il democratico Roberto Giachetti non è malvagio (pur partendo con doppio o triplo incarico) entro una “sinistra” altrettanto divisa. Sembra ben intenzionata la giovane avvocatessa Virginia Raggi, candidata grillina ( il M5S sarebbe avvantaggiato in un minaccioso ballottaggio). Un discorso a parte meriterebbe anche il simpatico e indipendente Alfio Marchini. Da oltre 20 anni in momenti cruciali la Lega “tradisce” le alleanze o cerca trasfusioni da Forza Italia - osservava il grande Gustavo Selva - a lungo andare sterilizzando anche gli aspetti positivi della sua politica.
C’è poi il fatto della avanzata gravidanza di Giorgia (Meloni, varie volte gradita ospite di Piacenza) che viene discussa a proposito e a sproposito. E’ dibattuto in questi giorni il quesito “fisiopatologico” abissale se sia più importante lottare per diventare sindaco di Roma o per condurre a termine felicemente una maternità. In proposito le parole rivolte da Bertolaso all’alleata sono state molto confortevoli e sagge, oltre che da vero amico.
Più in generale In Italia è suggestiva e imprevedibile la neocandidatura di un Brambilla a Napoli. A Milano si sono risolte le pene della primariata grillina Patrizia Bedori (sommersa da giudizi telematici tipo “ vai via perchè sei grassa e brutta”. Lei ha ammesso lealmente che non riusciva più a sopportare l’enorme, perversa e incredibile pressione dei mass media.) Il brillante Renzi, assediato dai dissidenti più o meno scissionisti, non può intervenire direttamente sulle elezioni di giugno, che pure lo coinvolgono, preso da mille impegni nazionali e universali. Su quattro punti si giocherà il suo valore politico con ricadute su tutti noi: le Tasse e la spesa, l’Immigrazione tra accoglienza e regolazione, ancor più la Bioetica con legislazione conseguente e l’Ecologia ( in accordo con I temi suscitati dall’Enciclica di Francesco e la conferenza di Parigi sul clima del dicembre 2015). Siamo alle idi di marzo e non sappiamo chi sia l’aspirante Cesare ( che avrebbe avuto un diverso destino se avesse ascoltato la moglie piacentina). Certamente il Bertolaso non aspira a imperare ma a servire la comunità dell’Urbe.